L’uragano “Matthew” sta per spazzare la Florida, rischio di una grossa “storm surge” sulla costa atlantica

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Purtroppo come temevamo l’uragano “Matthew” scorrendo sopra le ancora calde acque superficiali dei mari che circondano le Bahamas è riuscito nuovamente a prendere forza, divenendo nuovamente un imponente ciclone tropicale di 4^ categoria Saffir-Simpson, con venti medi sostenuti fino ad oltre i 220 km/h nell’area attorno l’occhio e una pressione centrale da capogiro, scesa ora a ben 937 hpa. Anche durante il passaggio sopra le Bahamas “Matthew” ha dimostrato di possedere una struttura davvero immensa, capace di poter superare ogni tipo di ostacolo. Generalmente gli uragani dotati di una struttura molto grande, come “Matthew”, rappresentano una serissima minaccia poiché tendono ad indebolirsi molto lentamente, anche poco dopo il “landfall”, conservando gran parte della propria forza originaria. Proprio per questo ora l’uragano “Matthew” spaventa la Florida, ed in modo particolare tutte le località della costa atlantica, da Miami fino al confine con il South Carolina che rischiano ora di fare i conti con i potentissimi venti ciclonici da N-NE e NE, presenti sul quadrante più occidentale della tempesta.

Anche se le temperature lungo la sommità delle imponenti nubi torreggianti che circondano l’occhio centrale dell’uragano non sono particolarmente fredde, come solitamente ci si aspetta da un uragano di 4^ categoria, le sue dimensioni notevoli e soprattutto la gran quantità di vapore acqueo tropicale risucchiato nei giorni scorsi sul mar dei Caraibi rappresentano ora un grave pericolo per lo stato della Florida che rischia di essere coinvolto anche dal fenomeno della “storm surge”, attivato dalle forti tempeste di vento attive sul lato nord dell’uragano.

Con il termine “storm surge” s’intende un anomalo innalzamento del livello medio delle acque del mare prodotto dal brusco calo della pressione barometrica e dalla contemporanea azione di forti venti di tempesta, diretti verso la costa, che accompagna il passaggio del potente ciclone tropicale che tende a sospingere verso la costa un enorme quantitativo di acque, provocando gravi inondazioni nei tratti di costa pianeggianti.

In questo caso l’effetto dello “storm surge” potrebbe avere esiti davvero distruttivi su buona parte della costa atlantica della Florida, da Miami fino al confine con il South Carolina. In particolare per le aree più depresse della costa che rischiano così di finire sott’acqua durante il passaggio della tempesta, coinvolgendo diversi centri abitati e città. Il pericolo di una “storm surge” dagli esiti distruttivi si potrebbe realmente concretizzare se l’occhio centrale di “Matthew” si avvicinerà minacciosamente alla fascia costiera della Florida, nei pressi di Vero Beach, favorendo l’ingresso delle violente tempeste da NE e E-NE fino a ridosso delle coste della Florida centrale.

Se tale ipotesi dovrebbe realizzarsi una piccola parte delle coste della Florida centro-meridionale rischia di essere letteralmente spazzata dalle tempeste di vento più violente, da NE, N-NE e Nord, che si annidano a poco più di 50 km dall’occhio centrale, con associate forti mareggiate e conseguenti inondazioni delle zone costiere per “storm surge”. In tal caso alcune località della Florida centro-meridionale rischiano di dover subire, seppur per poche ore, venti aventi l’intensità di uragano, anche di 2^ e 3^ categoria, in grado di poter arrecare danni anche alle strutture mobili e alle abitazioni. Entro la prossima serata il quadrante occidentale dell’uragano “Matthew” dovrebbe cominciare ad abbordare le coste della Florida, scaricando le prime piogge e i primi forti rovesci di pioggia, da Miami fino all’area di Daytona.

L’uragano “Matthew” visto dalle immagini radar vicino alla Florida meridionale

Queste precipitazioni si accompagneranno anche ad un significativo rinforzo dei venti, dapprima da N-NE, in successiva rotazione da NE ed E-NE, con raffiche anche piuttosto intense sulle coste. Man mano che il ciclone tropicale si avvicinerà alle coste della Florida esso dovrebbe cominciare ad indebolirsi, finendo su acque sempre meno profonde, e con sempre meno calore latente a disposizione per lo sviluppo della convezione lungo i suoi bordi. Inoltre a cominciare dalla mattinata di domani l’uragano, ormai prossimo alle coste della Florida, continuando a salire verso nord dovrà fare i conti con un sensibile rinforzo del “wind shear” in quota che potrebbe cominciare ad intaccare la circolazione ciclonica sul settore sud-occidentale, premendo al proprio interno con un flusso di aria più secca nella media troposfera che potrà indebolire l’attività convettiva sul quadrante meridionale.

Trees sway with the wind during Hurricane Matthew in Les Cayes, Haiti, October 4, 2016. REUTERS/Andres Martinez Casares – RTSQRU6

Ma nonostante il probabile indebolimento l’intensa attività convettiva che si conserverà all’interno del nucleo centrale del ciclone tropicale, supportata dall’enorme quantità di umidità tropicale aspirata precedentemente sul mar dei Caraibi, riuscirà a dispensare precipitazioni davvero di carattere torrenziale, se non eccezionali anche per le coste atlantiche della Florida e quelle del South Carolina, dove il rischio di pericolosi “flash floods” sarà particolarmente elevato.  Si stimano localmente possibili accumuli anche superiori ai 300-400 mm, se non addirittura superiori.

LaPresse/Reuters – Uragano Matthew 2016

Solo da sabato, quando la tempesta si sposterà a largo delle coste del South Carolina, “Matthew” dovrebbe cominciare ad indebolirsi rapidamente, causa il maggiore afflusso di aria secca in quota e il passaggio dello stesso ciclone sopra acque superficiali sempre più fredde che rallenteranno la convezione. Ma l’enorme mole di vapore acqueo presente all’interno dell’immensa circolazione ciclonica tropicale continuerà a produrre forti rovesci e intensi temporali, con conseguenti ingenti accumuli pluviometrici a ridosso della fascia costiera atlantica, fra South e North Carolina.

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