Medio Oriente, l’Unesco adotta una risoluzione su Gerusalemme: appoggio ai musulmani a discapito degli Ebrei

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L‘Unesco ha formalmente adottato oggi una controversa risoluzione su Gerusalemme, nella quale importanti luoghi santi vengono citati solo con il nome musulmano negando il loro legame con la tradizione, la storia e la religione ebraica. L’approvazione della bozza giovedì scorso aveva già portato Israele a sospendere i rapporti con l’agenzia Onu per la cultura, ma l’adozione è andata avanti lo stesso. Nel frattempo il Messico ha però cambiato opinione, passando dall’approvazione all’astensione. Il cambiamento di posizione del Messico aveva aperto la strada a speculazioni su una possibile ripetizione della votazione, che però non c’è stata.

La decisione è stata formalmente adottata nella sessione plenaria dell’esecutivo senza dibattito, dopo il voto in commissione sulla bozza la settimana scorsa“, ha detto una portavoce dell’Unesco. Sostenuta dall’Autorità Palestinese, la risoluzione definisce Israele la “potenza occupante” e stigmatizza la sua gestione dei luoghi santi a GERUSALEMME. Il testo parla di quella che i musulmani chiamano la Spianata delle Moschee ignorando il nome ebraico del luogo, dove un tempo si ergeva il tempio biblico costruito da re Salomone. La piazza sottostante del Muro del Pianto, dove una settimana fa erano raccolti in preghiera migliaia di ebrei per la ricorrenza dello Yom Kippur, è citata solo con il nome musulmano. Infine la tomba di Rachele a Betlemme e la Grotta dei patriarchi a Hebron sono definiti come “parte integrante della Palestina”. La risoluzione è stata approvata con 23 voti favorevoli e sei contrari: Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Olanda, Lituania ed Estonia.

L’Unesco deplora fermamente – si legge – “le continue irruzioni da parte di estremisti della destra israeliana e dell’esercito nella moschea di Al Aqsa e nell’ Haram al Sharif, e chiede a Israele, potenza occupante, di adottare misure per prevenire provocazioni che violano la santita’ e l’integrita’” della spianata dello moschee. Secondo punto, il documento denuncia gli scavi fatti e le infrastrutture costruite unilateralmente dalle autorita’ israeliane nel complesso che riguarda anche la spianata delle Moschee, e “il crescendo di aggressioni e di misure illegali contro la liberta’ di preghiera dei musulmani nei loro luoghi santi“. In sintesi, l’Unesco chiede a Israele di accettare il rispetto pieno dello Status Quo, concordato tra lo Stato ebraico e la Giordania dopo la guerra del ’67, che garantisce tra l’altro agli ebrei la possibilita’ di visitare la spianata ma non di pregare e riserva invece ai musulmani questo diritto.

Gli astenuti, fra cui l’Italia, sono 25. Nessun paese europeo ha votato a favore. L’approvazione ha profondamente irritato Israele, tanto più che cade durante la festività ebraica di Sukkot. In questi giorni, malgrado le ricorrenze religiose, il ministero degli Esteri israeliano si è impegnato a fondo per cambiare l’opinione e il voto dei diversi Stati e intende continuare a farlo in futuro. Il dossier che viene mostrato contiene anche foto dei bassorilievi dell’arco di Tito a Roma, che raccontano la distruzione del secondo tempio ebraico da parte dei romani nel luogo dove sorge ora la moschea di Al Aqsa, chiamato dagli ebrei Monte del Tempio. “Israele continuerà ad agire e si aspetta che tutti gli Stati più importanti sostengano la sua posizione su questa questione“, ha commentato oggi Emmanuel Nachson, portavoce del ministero degli Esteri, sottolineando come l’azionedi Israele sia già riuscita a far cambiare opinione al Messico. L’ambasciatore messicano all’Unesco, Andres Roemer, che è di fede ebraica, è stato intanto destituito perchè giovedì scorso era uscito dalla stanza per non votare a favore della bozza malgrado le indicazioni del suo governo. Tuttavia il Messico ha poi scelto l’astensione. Un’analoga risoluzione era stata approvata in aprile con 33 voti favorevoli. Il testo era stato approvato anche dalla Francia, creando forte tensione diplomatica con Israele. Ma questa volta Parigi, si è astenuta

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