Nobel Medicina, autofagia: una grande scoperta, con implicazioni “dallo sviluppo embrionale alla vecchiaia”

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Un premio Nobel “fantastico, che mette in luce l’importanza di una ricerca di base nata dalla curiosità e da tanto lavoro, e che si riverbera su processi fisiologici e patologici che vanno dallo sviluppo embrionale alla vecchiaia, alle malattie autoimmuni“. Così il biologo Carlo Alberto Redi dell’Università di Pavia commenta all’Adnkronos Salute la notizia del premio Nobel per la Medicina a Yoshinori Ohsumi, per le sue scoperte sui meccanismi dell’autofagia. “Non è una sorpresa che il Nobel per la Medicina sia andato a una ricerca di biologia, anzi. Si tratta – rivendica il biologo – di studi che aprono interi settori di approfondimento e analisi. Senza la ricerca di base non avremmo conoscenze importantissime per la moderna medicina. Vorrà dire che per il premio a Crispr-Cas9“, la ‘forbice genetica’ – che ha permesso la modifica del Dna portando ad arricchire lo zoo degli animali Ogm, che si sta rivelando importante nella lotta a patologie come la malaria – “dovremo ancora aspettare. Il Comitato dei Nobel d’altronde è sempre molto prudente e pondera a lungo le sue decisioni. Senz’altro Crispr-Cas9 è una scoperta rivoluzionaria, che merita un Nobel, anche se sulla sua paternità è ancora in corso una battaglia legale. Il 2016 dunque è l’anno dell’autofagia”, conclude

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