“Non è stata confermata l’associazione, e quindi neanche una correlazione, tra l’assunzione di acidi grassi saturi e un maggior rischio di malattie cardiovascolari“. E’ quanto dichiarato da Elena Fattore, ricercatrice del Dipartimento ambiente e salute dell’Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano intervenendo al convegno organizzato dal gruppo Ferrero sull’utilizzo dell’olio di palma. L’olio di palma, molto utilizzato nelle preparazioni industriali per la sua resistenza all’ossidazione, e’ considerato come l’alternativa principale ai grassi idrogenati, che contengono acidi grassi trans ritenuti nocivi per la salute umana .
“La relazione tra il consumo di acidi grassi saturi e rischio di malattie cardiovascolari è stata messa in discussione. In nessuno degli studi recenti, infatti, è stata confermata relazione causale – ha aggiunto -. La campagna denigratoria sull’olio di palma, basata sul fatto che quest’olio contiene una percentuale maggiore di acidi grassi saturi rispetto ad altri oli vegetali non ha alcun riscontro nell’evidenza scientifica“. La vicenda dell’olio di palma, il cui utilizzo nell’industria alimentare ha scatenato polemiche e dibattiti, “mostra un quadro desolante – ha aggiunto Giovanni Fattore, direttore del dipartimento di Analisi politiche e Management pubblico dell’università Bocconi di Milano -. Insufficiente produzione di evidenze scientifiche, disseminazione delle conoscenze distorta e asservita agli interessi industriali, inconsapevolezza della sistematicità del rapporto tra salute, ambiente ed economia nonché, per quanto riguarda l’Italia, diffuso utilizzo di pratiche commerciali socialmente irresponsabili“.