Riparare le lesioni e ripristinare le funzioni perse nel cervello con un trapianto di neuroni embrionali: si tratta della strategia, già tentata con successo sui topi, dai ricercatori dell’universita’ di Ludwig Maximilians di Monaco. Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature, apre la strada a futuri trapianti cellulari nell’uomo. Il cervello ha infatti una limitata capacita’ di auto-riparazione. Il trapianto di neuroni rappresenta quindi una possibile terapia per malattie come il Parkinson o per intervenire sui danni prodotti dall’ictus. Anche se sono gia’ stati ottenuti dei risultati promettenti, non era chiaro finora quanto le cellule trapiantate fossero simili a quelle andate perdute a causa delle lesioni.
Una domanda a cui hanno voluto rispondere i ricercatori tedeschi, servendosi di sofisticate tecniche di scansione per seguire il destino dei neuroni embrionali trapiantati nella corteccia visiva (quella che elabora gli stimoli della vista) danneggiata nel cervello di alcuni topi. In questo modo hanno potuto verificare che le cellule trapiantate iniziavano a diffondersi, e nel giro di 4 settimane erano molto simili ai classici neuroni presenti negli strati superiori della corteccia visiva. Inoltre avevano formato connessioni con le cellule ospiti, erano capaci di ricevere segnali elettrici da altre aree del cervello e di rispondere agli stimoli visivi. In sostanza quindi erano simili e si comportavano come le cellule della corteccia andate perdute. Un risultato interessante, segnala lo studio, perche’ verificatosi in un’area del cervello adulto che generalmente non incorpora nuovi neuroni. Secondo i ricercatori e’ possibile quindi che ci sia un segnale guida molecolare che persiste nel cervello adulto o che viene riattivato dopo la lesione.