Ixekizumab, farmaco sempre più efficace e sicuro. I nuovi lavori scientifici – ben 17 presentati al Congresso EADV di Vienna – rafforzano non solo il profilo di sicurezza a lungo termine dell`anticorpo monoclonale, testato su una popolazione di oltre 7.800 pazienti, ma soprattutto evidenziano elementi critici di svolta nel perseguimento di nuovi obiettivi clinici sempre più ambiziosi. “La psoriasi è una patologia cutanea la cui insorgenza è legata al mal funzionamento del sistema immunitario e, a causa del processo infiammatorio sistemico che la sostiene, coinvolge diversi organi – spiega Ketty Peris, Direttore dell`Unità Operativa Complessa di Dermatologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore Policlinico Gemelli di Roma – chi ne è affetto, purtroppo, presenta inoltre gravi ripercussioni psicologiche e sociali. La terapia ideale dovrebbe, quindi, far raggiungere al paziente la migliore qualità di vita possibile attraverso un netto miglioramento del quadro clinico. L`anticorpo monoclonale ixekizumab, oltre a elevati profili di sicurezza e tollerabilità, sta dimostrando una notevole capacità nella progressiva remissione delle placche psoriasiche fin dalle prime settimane. Siamo quindi sulla buona strada verso una terapia ottimale“.
Nel 2014 l`Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto la psoriasi una malattia non trasmissibile grave, che deve essere oggetto di una maggiore attività di sensibilizzazione presso la popolazione generale. “Chi soffre di psoriasi combatte per due obiettivi: la rimozione dello stigma che da sempre accompagna questa patologia e la disponibilità di una terapia efficace e, al tempo stesso, sicura e ben tollerata – aggiunge Mara Maccarone, presidente ADIPSO (Associazione per la Difesa degli Psoriasici) – Insieme ad un`attività di sensibilizzazione sociale, è importante informare i pazienti sulle possibilità di cura più efficaci. La ricerca deve mettere a punto soluzioni in grado di assicurare la più alta percentuale possibile di remissione delle placche psoriasiche. Se il traguardo di una remissione delle placche del 75%, fino a poco tempo fa, poteva essere considerato l`optimum terapeutico, oggi possiamo pensare che arrivare alla remissione totale sia un traguardo sempre più possibile. In questo senso i pazienti devono essere informati e messi in condizione di poter raggiungere questi nuovi standard terapeutici“.