Trasferta romana per il Soave, in occasione della presentazione a Eataly (Centro Congressi Eataly Ostiense) di “Paesaggi Storici e prodotti tipici: le unicità d’Italia”, tre giornate dedicate ai paesaggi rurali, alla loro unicità e alla necessità della loro tutela.
Sono intervenuti all’apertura ufficiale, lo scorso venerdì 7 ottobre, il Ministro delle politiche agricole e forestali Maurizio Martina, il prof. Mauro Agnoletti, coordinatore Scientifico del Catalogo Nazionale dei Paesaggi Storici, Edoardo Zanchini Vice Presidente Legambiente, Francesca Rocchi Vice Presidente Slow Food Italia.
«Il rapporto tra custodia del paesaggio e sviluppo dell’agroalimentare – ha affermato il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina – è una grande sfida che passa anche attraverso iniziative come questa. I territori hanno un ruolo cruciale: qui è racchiuso tutto il valore di quelle tipicità che raccontano il saper fare italiano, sinonimo di eccellenza nel mondo. Non a caso firmeremo un protocollo d’intesa con la FAO nell’ambito di un programma mondiale dedicato proprio al paesaggio rurale con particolare attenzione alle produzioni e ai piccoli agricoltori. Tutelare i paesaggi rurali vuol dire puntare su un’agricoltura sostenibile. Un tema che ha animato il dibattito nei sei mesi di Expo Milano e che è da sempre al centro della nostra politica di Governo. Penso all’approvazione della legge per la salvaguardia della biodiversità e alla battaglia che stiamo portando avanti contro il consumo del suolo. Un patrimonio che racconta la nostra storia e la nostra cultura, dalle Langhe Roero e Monferrato, già Patrimonio dell’Umanità, alle Colline del Chianti, che siamo pronti a sostenere con l’Unesco. Perché l’agricoltura e l’agroalimentare sono davvero fondamentali per il rilancio del nostro Paese».
Quella del Soave è la prima doc italiana ad aver ottenuto il riconoscimento di “Paesaggio rurale di interesse storico” entrando a far parte del “Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali” istituito dal Ministero delle politiche agricole e forestali con decreto ministeriale n.17070 del 19 novembre 2012.
Dopo aver analizzato 123 zone produttive dell’agroalimentare italiano, e dopo aver considerato 35 candidature, con la dicitura “Le Colline vitate del Soave” l’Osservatorio nazionale del Paesaggio rurale, delle pratiche agricole e conoscenze tradizionali, istituito col medesimo decreto, ha accolto la canditura della denominazione veronese che, assieme al Conegliano Valdobbiadene e al Parco Rurale del Paesaggio Appenninico di Moscheta, è entrato nel registro dei paesaggi nazionali considerati patrimonio storico-rurale d’Italia.
«Come evidenziato dal Ministro Martina, si tratta di un grande risultato per la denominazione del Soave – sottolinea Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio di tutela – che si vede riconosciuta a livello nazionale la primogenitura quale comprensorio vitato storico. Il Consorzio, con la collaborazione di Viviana Ferrario, docente allo IUAV di Venezia, è stato protagonista assoluto in questo percorso a partire dal 2006 quando, con la pubblicazione del volume “Un paesaggio Soave” ha di fatto aperto una riflessione a livello nazionale sul tema del paesaggio storico e della sua tutela. Questo riconoscimento – prosegue Lorenzoni – oltre che sottolineare una valenza ambientale storicizzata ed immutabile, pone le basi per un nuovo approccio soprattutto da parte del legislatore per una ridefinizione degli strumenti di sostegno per la viticoltura in areali tanto particolari ed estremi. L’auspicio è che nell’immediato futuro si possano mettere a diposizione dei viticoltori di collina opportunità di finanziamento specifiche per questi territori».
I paesaggi iscritti potranno anche godere di specifiche misure di sostegno dei Programmi di Sviluppo Rurale Regionale. I paesaggi candidati per Registro Nazionale, sono stati condivisi con l’ISTAT per la definizione degli indicatori di benessere della popolazione associati al paesaggio rurale (Rapporto BES). Il Registro si affianca a strumenti di tutela internazionali, quali I paesaggi culturali dell’UNESCO, ma è particolarmente in sintonia con il nuovo programma mondiale della FAO dedicato al paesaggio rurale (GIAHS- Global ImportantAgricultural Heritage Systems) per la specifica attenzione dedicata alle forme di produzione, alla biodiversità e agli agricoltori.