SpaceX a tutto gas verso Marte: nuovi dettagli sulle tecnologie da testare nel prossimo futuro

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Elon Musk torna a parlare di Marte fornendo altri dettagli sulle tecnologie chiave da testare nel prossimo futuro. Le dichiarazioni  fanno seguito a quelle dell’ultima edizione dello IAC di Guadalajara dove  Il numero uno di SpaceX aveva illustrato le fasi che porteranno l’uomo verso la colonizzazione di Marte.
Musk 
ha reso noto che l’Interplanetary Transport System (ITS) sarà dotato di 42 motori Raptor  – che  hanno appena completato il primo di una serie di test di accensione – e potrà portare una capsula riutilizzabile, in grado di fare la spola tra la Terra e Marte con a bordo fino 100 persone per ogni viaggio.
L’altra novità riguarda la costruzione di un serbatoio in fibra di carbonio che dovrebbe contenere il propellente criogenico limitando il pericolo di perdite. A detta di Musk, il serbatoio sarà il più grande mai costruito finora con questo materiale e dovrebbe iniziare la fase di test in tempi brevi.
Nei prossimi mesi – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – SpaceX ha intenzione di posizionare il serbatoio su una chiatta nell’oceano e di portarlo a due terzi della pressione che dovrà subire in fase di accensione.
Il lancio del Red Dragon verso Marte, già annunciato qualche mese fa da Musk, è ancora in programma per il 2018. La missione denominata “Heart of Gold” dal nome della nave spaziale di “Guida Galattica per Autostoppisti” avrà lo scopo di dimostrare le capacità di atterraggio della capsula e farà da apripista alle  successive che avranno a  bordo  il materiale per la costruzione dell’impianto di produzione del propellente.  La stazione di rifornimento sarà  poi completata dal primo equipaggio umano.
Per finire, secondo il piano di Musk, i voli verso il pianeta rosso saranno raddoppiati per ogni incontro orbitale tra Terra e Marte, cioè ogni 26 mesi, fino a che la “città marziana” non riuscirà a svilupparsi in modo autonomo. “C’è tanto da fare anche sul fronte non strettamente tecnico – sottolinea MuskAbbiamo bisogno di un nuovo nome: ITS, non è abbastanza evocativo”.

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