Termina oggi a Bologna, presso il Centro congressi del CNR, l”8th Ipwg and 5th Iwssm Joint Workshop‘, un workshop internazionale che, per la prima volta in assoluto, ha riunito le due comunità scientifiche e tecnico-operative che si occupano di misura di pioggia e neve, utilizzando i sensori ospitati a bordo dei satelliti meteorologici e ambientali. Le due comunità fanno capo all’International Precipitation Working Group (Ipwg) e all’International Workshiop on Space-based Snowfall Measurement (Iwssm). Nel corso dell’evento sono stati presentati in anteprima i risultati provenienti dai satelliti della missione internazionale Global Precipitation Measurement (Gpm), a cui partecipa anche il CNR e il cui obiettivo è assicurare una completa copertura della misura delle precipitazioni su tutto il globo (terra e oceani) ad elevatissimi intervalli temporali (tre ore o meno).
“Questo traguardo è possibile grazie a un nuovo radar a doppia frequenza di nuovissima concezione che misura la parte solida della precipitazione e le precipitazioni di bassa intensità, con lo scopo di mettere a disposizione mappe per la meteorologia, l’idrologia e il clima alla massima precisione possibile“, ha spiegato Vincenzo Levizzani, coordinatore del gruppo Gruppo di ricerca sulla fisica delle nubi e delle precipitazioni (Cape) presso l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del CNR (Isac-CNR). “Ciò consente di misurare in modo più consono l’intensità delle precipitazioni perché si ha una migliore idea fisica della composizione di acqua e ghiaccio della nube stessa. Pertanto il dettaglio della misura della precisione cresce e il prodotto finale in termini di mm di acqua caduta al suolo è sicuramente superiore”.