Il pianeta rosso da sempre attira le attenzioni degli scienziati: c’è stata o c’è vita su Marte? In che forma? Sarebbe possibile per l’uomo colonizzarlo? Una quarantina sono le spedizioni tentate sul pianeta a noi più vicino, ma più della metà, fa sapere l’Agenzia Spaziale italiana, sono fallite. Ora con la missione ExoMars l’Italia si prepara a sbarcare su Marte con una tecnologia d’avanguardia che permetterà di analizzare l’aria e il suolo marziani e scoprire forme di vita passate o presenti.La prima missione che fu conclusa con successo avvenne nel lontano 1964: la Nasa lanciò il Mariner 4 che passò a 9844 chilometri dal pianeta rosso, scattando 22 fotografie, come era previsto.Il primo veicolo spaziale a orbitare intorno a Marte fu la sonda russa Mars 2 nel 1971. La sonda Mars 3 riuscì invece a far cadere con successo un lander sulla superficie. Il lander rimase operativo per soli 20 secondi: probabilmente lo distrusse tempesta di polvere.
Sempre nel 1971 il primo orbiter della Nasa raggiunse l’orbita di Marte. La svolta si ebbe a metà degli anni Settanta, con le sonde gemelle Viking, costituite da un orbiter e un lander: riuscirono a scattare più di 50mila fotografie dettagliate. Poi 20 anni di oblio, inframmezzato soltanto da missioni fallite o solo parzialmente riuscite.Nel 1996 un nuovo successo, con la missione Mars Global Surveyor, che raggiunse l’orbita nel ’97 trasmettendo fino al 2006. Sojourner è stato invece il primo rover ad atterrare su Marte, sempre nel 1997, grazie alla missione americana Mars Pathfinder. Nel 2001 è la volta della sonda Usa Mars Odyssey, seguita nel 2003 dal lancio da parte dell’Agenzia Spaziale Europea di Mars Express insieme a Beagle, il suo modulo lander, e i due rover della Nasa, Spirit e Opportunity. Nel 2005 ancora un orbiter americano è stato lanciato con successo con la missione Mars Reconnaissance Orbiter, seguita nel 2011 dalla Mars Science Laboratory, con il rover Curiosity, nel 2013 dalla missione indiana Mars Orbiter Mission e infine nello stesso anno dall’americana Maven, sempre costituita da un orbiter. Ora il prossimo decisivo passo spetta a ExoMars.