Uno dei principali punti nell’utilizzo di Spotify senza avere un account premium è, come molto spesso accade in programmi simili, la pubblicità. Chiunque non sottoscriva un abbonamento avrà dei limiti nell’ascolto dei brani e sarà perseguitato dalla pubblicità in vari momenti di utilizzo del servizio. Il caos nasce nel momento in cui queste pubblicità indirizzerebbero a siti contenenti virus e software di origini sconosciute. Le piattaforme coinvolte sembrano Windows, Mac e Linux, dal momento in cui l’applicazione desktop è quella sotto accusa.
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Tutto questo è già accaduto precedentemente all’interno della storia della piattaforma, ed è stato immediatamente risolto. Ovviamente è proprio il servizio di streaming musicale che dovrebbe tenere sotto controllo gli ads e garantire la massima sicurezza agli utenti. Speriamo che Spotify abbia la possibilità di gestire e risolvere il problema quanto più presto possibile.