Stimolare una solidarietà contagiosa, sensibilizzare al consumo alimentare consapevole e affermare il concetto di dignità: è questo lo scopo di “Un pasto al giorno”, iniziativa promossa dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII (Apg23) che torna il 29 e 30 ottobre con l’ottava edizione.
Fondata nel 1968 da Don Oreste Benzi, la Apg23 mette a tavola nelle sue oltre 600 realtà di accoglienza in 38 Paesi del mondo, più di 41mila persone in difficoltà, gli ‘ultimi’. L’elemento che la contraddistingue da altre realtà impegnate nella stessa causa, è la condivisione diretta di vita: chi ne entra a far parte, infatti, apre le porte della propria casa e della propria vita per condividere la quotidianità con i più poveri, i più deboli, con coloro che comunemente vengono definiti gli ultimi della società; per offrir loro un aiuto costante, senza scadenza e senza ‘orari d’ufficio’. Tutti, così, diventano fratelli e sorelle, figli, membri di una stessa famiglia. Ed è proprio per gli ‘ultimi’ che nasce l’evento di piazza “Un pasto al giorno” – quest’anno caratterizzato dallo slogan ‘La dignità riparte da qui’ – che vedrà impegnati oltre 4mila volontari contemporaneamente in Italia, Inghilterra, Olanda, Germania, Portogallo, Svizzera, Russia, Bolivia e Cile, dove verranno dislocate oltre 1000 postazioni in cui si potrà, in cambio di un’offerta libera, ricevere un pacco di pasta da poco più di 100 grammi – esattamente una porzione, il pasto di un giorno appunto. Una donazione grazie alla quale Apg23 potrà continuare a garantire il proprio aiuto agli oltre 41mila fratelli in tutto il mondo. Lotta alla fame, dunque, piatto dopo piatto, “salvando un fratello e una sorella per volta”, si legge nella mission dell’iniziativa. Negli anni della grande crisi, infatti, è proprio sul cibo che si gioca il più grande paradosso sociale dei nostri tempi: mentre l’Istat calcola a 4 milioni e 598 mila i cittadini in stato di “grave deprivazione materiale” – oltre 1milione e 500mila famiglie – la Coldiretti quantifica a 12,5miliardi il valore degli sprechi alimentari all’anno, di cui il 54% proveniente proprio dal consumo: il 15% dalla ristorazione, l’8% dall’agricoltura e il 2% dalla trasformazione.
Solidarietà, responsabilità e dignità, dunque, sono le chiavi per riequilibrare questo sbilanciamento, creando anche una nuova cultura del riutilizzo e attribuendo una dignità nuova sia a chi ha bisogno di aiuto sia a chi lo sostiene, attestando un protagonismo attivo di entrambi e stabilendo tra loro una forte connessione: la fraternità.
Nel corso dell’evento, inoltre, sarà distribuito un ‘ricettario antispreco’, con piccoli suggerimenti su come realizzare e servire piatti gustosi utilizzando alimenti avanzati o parti di alimenti che, nella consuetudine comune, non vengono consumati. “Anche attraverso il cibo si realizza la dignità dell’uomo”, afferma Giovanni Ramonda, responsabile generale della Apg23 “perché significa affermare e rispettare il diritto al cibo: uno dei diritti umani fondamentali. Ritroviamo questo messaggio anche nel Pontificato di Papa Francesco, che più volte ha individuato nello spreco anche una chiave di lettura metaforica della nostra società. L’eccedenza, la facilità di ‘buttar via’ infatti, è sinonimo di indifferenza ed insensibilità, gli stessi atteggiamenti che portano all’emarginazione di tanti ‘fratelli’, lasciati soli ad affrontare i problemi e le difficoltà della vita. Il nostro ‘pacco di pasta’, dunque, vuol essere il simbolo di un nuovo patto sociale, che consente di accrescere se stessi aiutando gli altri”.
Chi volesse partecipare all’iniziativa collaterale per la divulgazione sul web potrà scattare una fotografia e postarla su Facebook o Instagram utilizzando l’hashtag ufficiale dell’evento: #unpastoalgiorno2016: un ulteriore strumento per fare passaparola in rete e raccogliere fondi per i progetti portati avanti dalla Comunità.
Per maggiori informazioni sull’iniziativa consultare il sito www.unpastoalgiorno.org.