Versatili, economici, alla portata di tutti: sono i droni di nuova generazione, utili a molteplici impeghi, dagli studi archeologici alla perlustrazione di luoghi pericolosi, come può essere una abitazione a rischio crollo. Sono stante, sono sempre di più le possibili applicazioni e questo fa crescere il loro numero in maniera importante.
E quindi è inevitabile – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – che un fenomeno così giovane alla fine oltre a rappresentare un nuovo passo avanti tecnologico, connoti in sé dei rischi, come il loro uso inopportuno presso gli aeroporti.
Sembra un paradosso per un oggetto volante che, normativamente, è riconosciuto come un aeroplano. Ma in realtà no, perché gli aeroplani sono gestiti nelle loro fasi di volo, dal decollo all’atterraggio. I droni al momento possono rappresentare un reale rischio, come alcune situazioni recenti hanno evidenziato.
Un buon motivo per premiare Carmine Clemente e il suo team dell’Università di Strathclyde a Glasgow, in Scozia, che hanno sviluppato un sistema satellitare per l’individuazione e il monitoraggio dei droni atto ad evitare possibili incidenti nelle aree aeroportuali.
Il premio è stato vinto nell’ambito dell’annuale European Satellite Navigation Competition e ha fruttato al vincitore un assegno di 10.000 euro e un supporto di marketing e tecnico per la produzione del sistema, che potrebbe arrivare sul mercato in un paio d’anni.