Uno degli aspetti fondamentali per conoscere la sismicità del proprio territorio è sapere quanti e quali eventi sismici sono avvenuti in passato. Conoscere il passato sismico della propria area geografica non è una cosa di poco conto: in geologia cento o mille anni possono essere davvero molto pochi, e non conoscere ciò che è accaduto nella propria zona nei secoli passati può portare a ritenere di trovarsi erroneamente in zona sicura.
Per fortuna in Italia, paese con elevata sismicità, a differenza di altri paesi del mondo disponiamo di un enorme patrimonio di documenti antichi. Testimonianze e documenti ci permettono di venire a conoscenza di eventi sismici accaduti molti secoli fa, e di ricostruirne anche la frequenza di accadimento.
Il database CPTI15, Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani, realizzato da ricercatori dell’INGV e aggiornato al 2015, è uno straordinario strumento che raccoglie i dati dei terremoti avvenuti in Italia dal l’anno 1000 al 2014. Si tratta del risultato di un immenso lavoro di geologia storica, cioè di ricostruzione del passato sismico dell’Italia attraverso lo sterminata quantità di documenti antichi presenti nelle nostre biblioteche ed archivi storici.
Il catalogo copre quasi tutto il territorio italiano con porzioni delle aree e dei mari confinanti e contiene 4584 terremoti nella finestra temporale 1000-2014.
La magnitudo utilizzata nel catalogo CPTI15 è la magnitudo momento (Mw) e in tutti i casi è riportata la relativa incertezza (bisogna ricordare anche che la magnitudo degli eventi sismici avvenuti prima del 1900 sono stimate in base agli effetti, e non frutto di misurazioni dirette).
Per ogni sisma viene indicata la magnitudo, l’intensità nelle aree prossime all’epicentro, i comuni colpiti e gli articoli scientifici che hanno studiato l’evento. E’ inoltre presente la mappa con la distribuzione degli effetti macrosismici sul territorio, uno dei dati più preziosi perché permette di sapere cosa possiamo aspettarci nel futuro.
Il CPTI15 è disponibile a questo link, ed è frutto del lavoro di ricercatori dell’INGV nell’ambito della linea di attività INGV T3 “Pericolosità sismica e contributi alla definizione del rischio” e quale contributo alle attività dell’Allegato A dell’Accordo quadro INGV-DPC 2012-2021.