Numerose scosse di terremoto stanno interessando in queste ore la catena alpina. Ieri sera una scossa di magnitudo 4.2 è avvenuta in Svizzera, al confine con l’Italia. La scossa, di profondità pari a 30 Km, ha avuto epicentro vicino al comune di Adelboden ed è stata avvertita anche in Piemonte, Lombardia e Valle d’Aosta. Apprensione a Sion, Thun e Zermatt. Il risentimento macrosismico ha raggiunto il V grado nella scala MCS.
Altre scosse si sono succedute nella notte sempre sulle Alpi al confine fra Italia e Svizzera, l’ultima alle 8.29 di questa mattina, con magnitudo locale 2.1. Un’altra scossa, di magnitudo locale 2.4, in Francia, sempre in area alpina.
Infine la Slovenia: un sisma di magnitudo locale 2.2 è stato registrato in piena notte a meno di 20 km dal confine con l’Italia. L’epicentro vicino Bovec, nell’area del Triglav National Park.
La sismicità medio-alta presente nell’area della catena alpina è legata in generale agli effetti della collisione fra la Placca Africana e la Placca Eurasiatica. Sull’arco alpino si sono verificati storicamente numerosi terremoti importanti, anche se con minor frequenza di quanto accade lungo la catena degli Appennini.
Il terremoto alpino più recente è stato quello del Friuli del 1976, che causò quasi mille vittime fra Italia e Slovenia. In Svizzera il terremoto più distruttivo fu quello del 1356 nella zona di Basilea, di cui si è compiuto da poco l’anniversario, ma eventi sismici importanti si verificano almeno una volta ogni secolo. I sismologi conoscono bene ad esempio gli eventi di Visp (1855) e di Churwalden (1295), entrambi di magnitudo superiore a 6.0. In Slovenia viene ricordato invece il terremoto di Ljubljana del 1895 e quello di Idria del 1511.