Continua a tremare, la Terra, nonostante siano passati due mesi da quella notte del 24 agosto che ha scosso la nostra penisola. Alle 03.36 un terremoto di magnitudo 6.0 ha colpito il centro Italia, causando 298 vittime e devastando un intero territorio. Adesso, rispetto ad allora, si respira una calma quasi surreale, ma un’altra scossa ieri notte (di magnitudo 2.8) ha fatto tremare Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto, tutti borghi antichi devastati dalla catastrofe.
Oggi le tendopoli sono quasi del tutto sparite, e le persone private della loro abitazione sono tutte alloggiate altrove: nei moduli abitativi dell’Aquila, negli alberghi della costa marchigiana, in sistemazioni indipendenti, nelle residenze sanitarie, da amici o parenti. Sono rimaste soltanto le sei persone ancora alloggiate nella tendopoli di Saletta (una frazione di Amatrice) ed i molti agricoltori e allevatori che non hanno voluto abbandonare i loro animali o il frutto del loro lavoro ed hanno preferito dormire lì, nei loro luoghi, lottando contro il freddo e mantenendo alta la luce della speranza di una rapida ricostruzione. Alloggiano in roulotte rimediate privatamente o nei camper messi a disposizione da Protezione Civile e Croce Rossa.
Nelle zone colpite l’emergenza è terminata, ma ora occorre pensare alla ricostruzione. È dunque ufficialmente partita la seconda fase, guidata dal commissario straordinario Vasco Errani, che ha come obiettivo quello di rendere abitative e consegnare ai cittadini, entro la primavera del 2017, le 600 soluzioni provvisorie previste per il solo Lazio. Lo stesso Errani, intervenuto alla trasmissione radiofonica Rai “Voci del mattino”, ha ribadito: “Rimane il tempo limite della prossima primavera – ha detto – stiamo lavorando per vedere se sussistano i margini per poter anticipare la consegna delle case. Ma è meglio non dire nulla, in questa fase occorre ragionare con tempi certi, e tutto quello che verrà in più e meglio sarà solo guadagnato. Abbiamo chiuso la fase dell’emergenza primaria in soli due mesi, con la chiusura delle tendopoli e la sistemazione delle comunità in soluzioni alloggiative temporanee. E abbiamo varato un decreto legge che mette già a disposizione tutti i fondi per ricostruire i territori colpiti dal sisma. Credo che sulla bontà delle azioni messe in atto fino ad ora si possa essere sostanzialmente tutti d’accordo. Ora dobbiamo procedere secondo i tempi prestabiliti e nelle modalità indicate, lo dobbiamo alle comunità colpite dal sisma, che sin dai primi giorni dopo la tragedia hanno mostrato una dignità e una disponibilità enormi”.
Si lavora, dunque, per realizzare il maxi-piano di ricostruzione: la Protezione Civile sta per ultimare la lista delle aree considerate idonee per ospitare le “sae” (soluzioni abitative emergenziali), – al momento ne sarebbero state individuate 7 ad Amatrice e 3 ad Accumoli – aree che verranno poi analizzate dalla Regione Lazio per un secondo livello di verifica e certificazione e successivamente verranno assegnate a delle ditte che effettueranno le opere di urbanizzazione per poter installare le case già acquistate (sono circa 500 ad Amatrice, tra 150 e 200 ad Accumoli). Al tempo stesso i vigili del fuoco, che sono stati impegnati senza sosta fin dal primo giorno post-sisma, continuano ad attivarsi per la rimozione delle macerie (tra cui anche i residui di amianto, ce verranno smaltiti successivamente da una ditta specializzata) e la messa in sicurezza dei territori colpiti. Il piano prevede inoltre la realizzazione di aree commerciali – tre ad Amatrice e una ad Accumoli – che ospiteranno negozi, esercizi e l’area ‘food’, dove riapriranno bar e ristoranti. La polizia, coordinata dalla questura di Rieti, continua a pattugliare il territorio.
“Non dimenticateci”, è questo l’appello che le popolazioni vittime del sisma, ed in particolare i cittadini di Saletta, mandano al Governo. Proprio nella frazione di Amatrice un nuovo comitato civico vuole partecipare, a modo suo, a questa fase transitoria attraverso attività sociali dedicate alla gente, “a questa gente, che vuole restare qui, o tornare presto. Ma di certo non vuole andare via”. Ed il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, continua a ribadire alla sua gente di “non sentirsi terremotati, ma sfrattati a tempo. Amatrice risorgerà – assicura – e risorgerà più bella di prima”.