“E’ stata la visita dei gesti e dell’incontro fisico con la gente. Non è stata una visita alle macerie ma alle persone”. Lo ha detto il vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili, in un’intervista a Tv2000, durante uno speciale dedicato alla visita di Papa Francesco alle zone colpite dal TERREMOTO, sottolineando che “anziani, giovani e bambini sono rimasti stupefatti“. Mons. Pompili, che ha accompagnato il Papa in tutte le tappe della visita ai terremotati, ha ricordato che Francesco “ha incontrato in particolare due fasce d’età: bambini e giovani questa mattina nella scuola e le persone anziane nelle Rsa. A dimostrazione del fatto che questa deve essere l’arcata temporale che bisogna sempre ricostruire: il dialogo tra giovani e anziani consente infatti di andare avanti”. Nella visita alla Residenza sanitaria di Borbona dove il Papa si è intrattenuto con circa 60 anziani pazienti, ha proseguito mons. Pompili, in molti “non riuscivano a credere di sedere a tavola con il Papa. Una signora di 92 anni ha detto: ‘Tutto mi sarei aspettato meno che stare vicino al Papa'”. “La visita alle persone – ha proseguito mons. Pompili – è un segnale di fiducia e speranza perché fa leva su coloro che potranno dare un contributo affinché questa tragica pagina possa essere con il tempo solo ricordata”. “Nel giorno di San Francesco la visita del Papa – ha concluso il vescovo di Rieti – acquista un ulteriore spessore e ribadisce quanto sia importante partire dalle situazioni più piccole, periferiche e in difficoltà. E’ proprio da queste situazioni che bisogna far risalire la vita, l’entusiasmo e la nostra umanità”.