Trapianti: dal Senegal a Pavia per salvare la sorella, una storia a lieto fine

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Un ponte di solidarietà Italia-Africa gettato dal volontariato e finanziato dalla Chiesa Valdese, l’amore di una sorella, un intervento chirurgico riuscito e altri 2 che seguiranno. Sono gli ingredienti della storia a lieto fine che oggi possono raccontare i medici del Policlinico San Matteo di Pavia, dove un trapianto di rene da vivente ha regalato un futuro a una donna senegalese di 25 anni, sposata con un italiano e residente da 6 anni a Piacenza.

La sorella, 21 anni, l’ha raggiunta dal Paese africano per donarle l’organo che aspettava da 3 anni e una nuova vita. Al San Matteo è il primo trapianto trattato con questa modalità, e tra i pochissimi in Italia, sottolineano dall’Irccs lombardo. “E’ avvenuto in questa settimana – spiega Massimo Abelli, responsabile della Struttura di Chirurgia trapiantologica che si occupa di rene – grazie a un bellissimo gioco di squadra a cui hanno partecipato il volontariato, la Chiesa Valdese e l’ospedale. La procedura di trapianto non ha registrato complicanze: la paziente sarà dimessa oggi, nel corso della giornata”.

Tutto nasce, racconta lo specialista, dalla collaborazione fra il Policlinico e l’associazione pavese Trapiantami un sorriso, che si è fatta promotrice di un progetto poi presentato all”8 per mille della Chiesa Valdese’ per ottenere i fondi necessari a coprire le spese sanitarie, assistenziali, di viaggio e soggiorno a 3 parenti extracomunitari consanguinei di altrettanti pazienti in lista di attesa presso il Centro trapianti del San Matteo. Tutti e 3 pronti a donare un rene al proprio caro. La Chiesa Valdese ha accettato e ha messo a disposizione 25 mila euro. Il trapianto sulla giovane senegalese è il primo previsto dal ‘pacchetto’, gli altri 2 saranno valutati e trattati prossimamente.

“Di comune accordo con la paziente, la cui famiglia (mamma e 5 fratelli) vive in Senegal – prosegue Abelli – e con l’aiuto dell’associazione no profit Pavia-Asti-Senegal, attraverso la quale giovani medici specializzandi del San Matteo prestano parte della loro opera nel Paese Africano, abbiamo contattato i potenziali donatori e li abbiano sottoposti agli accertamenti diagnostici preliminari. In considerazione dei dati clinici, del ruolo all’interno del gruppo familiare, dell’età e delle motivazioni, abbiamo individuato 2 potenziali donatori”. E fra i 2 la scelta è caduta sulla sorella più giovane, che ha donato l’organo “dopo essere stata sottoposta al Policlinico a ulteriori e più approfonditi accertamenti utili ad acquisirne definitivamente l’idoneità clinica”. Il prelievo mininvasivo è avvenuto nella Struttura di Chirurgia 2 del San Matteo, in concomitanza con il trapianto sulla sorella maggiore. La donatrice in questi giorni sta osservando un periodo di convalescenza di 3-4 settimane. La data del suo rientro in Senegal sarà comunque subordinata a controllo clinico, precisano dall’Irccs. Con la collaborazione dell’associazione Pavia-Asti-Senegal verranno poi programmati i controlli clinici annuali successivi.

Abelli vuole “ricordare e ringraziare in modo particolare l’impegno del console italiano in Senegal, che ha preso a cuore la vicenda snellendo il più possibile tutti i necessari iter tecnico-amministrativi”. Gli esperti del Policlinico pavese ricordano che il trapianto di rene è la migliore terapia possibile per i pazienti affetti da insufficienza renale terminale. Da qualche anno la comunità medico-scientifica internazionale ha dato vita a programmi per promuoverli e aumentarli. Tra questi, il più importante e il più efficace è quello della donazione di rene da vivente, che permette al paziente di ricevere un organo da un donatore consanguineo. Una grande opportunità che di fatto annulla i tempi di attesa (oltre 2 anni e mezzo), necessari in genere per trovare un organo compatibile da donatore cadavere.

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