Tumore al seno: come si forma

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Prevenire malattie oncologiche come ad esempio il tumore al seno è molto importante per una donna. Esistono diversi esami di screening che è bene effettuare periodicamente. Ci sono donne che hanno già una familiarità tumori, motivo per cui è indispensabile svolgere uno screening mirato come ad esempio test genetici che rilevano la presenza di mutazioni a carico dei geni BRCA a cui è associata l’insorgenza di forme tumorali come quella al seno e alle ovaie.

Il tumore al seno rappresenta una vera e propria piaga per la donna in quanto è la malattia più frequente nella popolazione femminile tanto che in Italia è una donna su nove a ricevere tale diagnosi¹.

Vediamo più da vicino come si sviluppa il cancro al seno. Nel momento in cui le ghiandole mammarie producono in maniera incontrollata alcune cellule e queste si trasformano in cellule maligne attaccando i tessuti circostanti, ecco che inizia lo sviluppo del tumore. Il cancro al seno può essere:

  • in situ: in questo caso cellule tumorali sono presenti all’interno dei lobuli e dei dotti mammari senza che intacchino i tessuti circostanti
  • invasivo: si assiste all’infiltrazione e alla diffusione delle cellule malate nei tessuti limitrofi e si sviluppa la metastasi

Tra le tipologie di cancro al seno più diffuse ci sono quelle che colpiscono le cellule lobulari cioè le ghiandole mammarie e quelle dei dotti lattiferi: questa è la tipologia più frequente e riguarda il 70% circa dei casi di tumore².

Tanto più la diagnosi è precoce, maggiori sono le possibilità di sopravvivenza. Nel caso del tumore al seno in situ (allo stadio zero) la possibilità di sopravvivenza a cinque anni delle donne trattate è del 98% circa³.

Sono diversi i fattori di rischio che possono portare all’insorgenza di questa malattia e riguardano l’età, la familiarità e la mutazione genetica. In questo caso le donne che presentano una mutazione a carico dei geni BRCA hanno più probabilità di sviluppare il cancro al seno o alle ovaie. Allo stesso modo le donne che hanno una familiarità tumori in quanto in famiglia ci sono stati casi simili, presentano più possibilità di ricevere una diagnosi di questo tipo.

Anche l’età è un fattore di rischio e le donne con un’età avanzata hanno maggiori probabilità che possa insorgere il tumore al seno. Nonostante ciò, rilievi scientifici affermano che circa il 60% dei casi colpisce donne al di sotto dei 55 anni.

Diventa dunque importante effettuare controlli mirati e costanti. Si può iniziare con un’autopalpazione al seno e lì dove si riscontrino anomalie, secrezioni o dolore al seno è bene rivolgersi ad un medico specialista.  Test genetici possono essere utili per rilevare la predisposizione genetica al tumore al seno o all’ovaio, ma anche la presenza di mutazioni a carico dei geni BRCA1 e BRCA2. Si tratta di semplici esami dove viene prelevato un campione di sangue o di saliva per analizzare il DNA.

Altri esami di screening sono l’ecografia con la quale è possibile fare una scansione dei tessuti mammari per rilevare noduli o cisti o la mammografia, l’esame più affidabile per rilevare la maggior parte delle tipologie di tumori mammari in fase iniziale e cioè quando non sono riscontrabili con la semplice autopalpazione.

Per saperne di più sui test genetici per il gene BRCA: www.brcasorgente.it

Fonti

1 I numeri del cancro 2014 – pubblicazione a cura di Aiom, Ccm e Artum

2 Nastro Rosa 2014 – LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori)

3 Airc – Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro

4 Campeau PM, Foulkes WD, Tischkowitz MD. Hereditary breast cancer: New genetic developments, new therapeutic avenues. Human Genetics 2008; 124(1):31–42

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