Uragano Matthew: caos e devastazione ad Haiti, “declassato” ma “estremamente pericoloso”

MeteoWeb

L’uragano Matthew sta per raggiungere la Florida e le coste orientali degli Stati Uniti dopo aver devastato Haiti causando, secondo l’ultimo bilancio ufficiale, almeno 343 vittime. Alle 7:00 di oggi, ora italiana, l’uragano, declassato a categoria 3, si trovava a circa 70 chilometri est da Vero Beach. I venti soffiano adesso a un massimo di 195km/h. Secondo gli esperti del National Hurrican Center statunitense potrebbe indebolirsi ulteriormente nelle prossime 48 ore pur restando “estremamente pericoloso“. L’uragano si muove verso nordovest a 20km/h. Dopo che avrà effettuato il “landfall” i meteorologi prevedono che l’occhio del ciclone passerà sopra la sede della Nasa a Cape Canaveral alle 14:00 ora italiana.

Secondo gli esperti l’uragano Matthew potrebbe essere il più pericoloso e violento da decenni: pochi uragani di questa forza hanno raggiunto la Florida e nessuno ha mai minacciato di attraversare anche le zone interne. Il sud della Florida e anche Miami potrebbero essere risparmiate dall’ondata più violenta perché l’uragano dovrebbe virare a nord e poi a est: dopo la Florida Matthew si dovrebbe spostare verso la Georgia e il South Carolina. Tre milioni di residenti sono stati evacuati da Jacksonville e Savannah e oltre 8 milioni di americani potrebbero essere colpiti. Le stazioni di servizio e i supermercati sono stati presi d’assalto: batterie, radio, pane, acqua e alimenti in scatola sono esauriti. Le autostrade sono invase dalle auto per le evacuazioni. L’aeroporto internazionale di Miami ha cancellato il 90% dei voli e i parchi Disney World di Orlando saranno chiusi almeno fino a sabato mattina.

È un pericolo serio. Ascoltate le autorità locali, preparatevi, prendetevi cura uno dell’altro“, ha ammonito il presidente Usa Barack Obama con un messaggio su Twitter.

Ad Haiti la situazione è “catastrofica“: in uno dei Paesi più poveri del mondo che ancora faticava a riprendersi dal terremoto del 2010, il bilancio delle vittime va aumentando man mano che passano le ore e si raggiungono le zone rimaste isolate. Case rase al suolo, cumuli di macerie dove prima c’erano baracche, alberi sradicati, ponti crollati. Duramente colpita Los Cayos e Jeremie, dove l’80% delle case è stato raso al suolo.

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