Uragano Matthew, rischio carestia ad Haiti: “Aiutateci” [GALLERY]

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Haiti rischia la carestia dopo la distruzione “apocalittica” dell’uragano Matthew. A lanciare l’allarme è Jocelerme Privert, presidente ad interim dell’isola, secondo cui potrebbe scoppiare una carestia nel giro di tre o quattro mesi. E dal segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-moon giunge l’appello alla comunità internazionale per dare una “risposta massiccia” alla grave situazione in cui versa il paese. Si stima che l’uragano di categoria 4 abbia provocato la morte di più di 900 persone, e abbia spazzato via dalle cartine città e interi villaggi, distruggendo circa 300 scuole, decine di centinaia di case, raccolti e scorte alimentari. Gli operatori umanitari stanno ancora cercando di raggiungere le aree più colpite dall’uragano. Molte le comunità che hanno bisogno di cibo, acqua potabile e vestiti. Si teme, poi, che le inondazioni possano provocare un’epidemia di colera simile a quella seguita al terremoto del 2010.

LaPresse/Reuters

La nostra preoccupazione è che se non agiamo ora, fra tre o quattro mesi, quando le scorte alimentari cesseranno di arrivare, potrebbe esserci una carestia“, ha detto il presidente ad interim, che ha descritto la distruzione come “apocalittica“. “Ciò che ho visto coi miei occhi richiederà molti sforzi per ricostruire parte di quello che è stato distrutto“, ha aggiunto. L’uragano Matthew è stato il più forte degli uragani che hanno colpito la regione negli ultimi dieci anni. L’Onu ha lanciato un appello per la raccolta di circa 120 milioni di dollari in aiuti umanitari per i prossimi tre mesi. Parlando ai giornalisti, Ban Ki-moon ha dichiarato: “Centinaia sono le vittime dell’uragano e almeno 1,4 milioni di persone necessitano di assistenza“. Alcuni paesi, tra cui Francia e Stati Uniti, hanno annunciato l’invio di aiuti umanitari. La Croce rossa ha lanciato un appello per la raccolta di 6,9 milioni di dollari, e l’Unicef ha detto che saranno necessari almeno 5 milioni di dollari per soddisfare i fabbisogni primari dei 500mila bambini colpiti.

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