USA: gli americani sempre più critici sull’industria farmaceutica

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Un numero crescente di americani vede l’industria farmaceutica sotto una luce negativa, convinti che i medicinali abbiano addirittura peggiorato la vita delle persone, che i costi delle terapie siano irragionevoli e che le imprese dovrebbero dare informazioni al pubblico su come si decide il costo di un farmaco. Lo rivela una nuova indagine della Kaiser Family Foundation, condotta annualmente a metà settembre tra 1.204 statunitensi. Il sondaggio di quest’anno – riporta ‘MedicalMarketingMedia’ – mette in evidenza un sentimento pubblico sempre più negativo verso l’industria farmaceutica. Colpa, probabilmente, dei numerosi scandali che Oltreoceano hanno caratterizzato questo ultimo periodo, da quello della Turing Pharmaceutical e del suo presidente Martin Shkreli che nel giro di una notte ha fatto lievitare centinaia di volte i prezzi di alcuni prodotti, a quello dell’improvviso aumento del costo di una penna antiallergica di Mylan nelle ultime settimane. Risultato, il 77% degli intervistati ha dichiarato che i costi dei prodotti da prescrizione sono irragionevoli, rispetto al 72% dei partecipanti che lo aveva affermato nel 2015. Un numero minore di americani – il 70% contro l’82% – ha detto di aver visto o sentito una pubblicità di un farmaco. Meno persone hanno assicurato inoltre di aver parlato con il proprio medico di un farmaco specifico, di cui avevano visto una promozione. Un calo di “impegno” da parte dei pazienti, nonostante l’industria farmaceutica abbia speso 5,4 miliardi di dollari nel 2015 per la pubblicità, dovuto secondo l’analista Ashley Kirzinger alle “differenti abitudini di visualizzazione multimediale per le generazioni più giovani, che con meno probabilità guardano trasmissioni televisive in prima serata“. Gli intervistati hanno messo persino in dubbio il valore dei nuovi farmaci per la loro vita: il 21% ha detto che quelli sviluppati nel corso degli ultimi 20 anni, hanno “generalmente peggiorato l’esistenza delle persone negli Stati Uniti”, rispetto a solo il 15% dei partecipanti che avevano risposto così lo scorso anno. Secondo Kirzinger questo punto di vista emergente potrebbe essere il risultato della copertura delle notizie da parte dei media, che in questi ultimi anni ha dato più risalto alle storie negative sui farmaci, piuttosto che a quelle positive.

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