5 novembre 1659, un forte terremoto colpisce la Calabria centrale: duramente colpita l’area fra Vibo Valentia e Catanzaro

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Il 5 novembre del 1659, intorno alle 22, un terremoto di Magnitudo momento 6.6 colpiva la Calabria centrale, causando gravissimi danni e molte vittime nell’area fra Vibo Valentia e Catanzaro. Il sisma colpì la zona centro-meridionale della Calabria compresa tra il golfo di Sant’Eufemia e il golfo di Squillace.

Secondo i dati del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani dell’INGV, l’epicentro del sisma si ubicò nei pressi di Capistrano e Filogaso (VV), ma gli effetti furono tremendi anche a decine di chilometri di distanza, per fenomeni di amplificazione locali. Subirono un’intensità del X grado nella scala Mercalli (distruttivo) i centri di Castelmonardo, Chiaravalle Centrale, Filogaso, Panaia, San Demetrio, Stefanaconi, Trecroci. Questi centri vennero praticamente rasi al suolo.

Gravemente colpiti anche tanti centri situati sul versante ionico della Calabria centrale, nell’attuale provincia di Catanzaro: Badolato, Davoli, San Floro, Isca sullo Ionio, Santa Caterina dello Ionio. A Catanzaro venne registrato un VIII grado, quindi ci furono molti danni agli edifici. A Reggio Calabria si raggiunse invece il VI grado mentre a Vibo Valentia un VII.

fonte: CPTI15 (INGV)

Le scosse di terremoto si susseguirono per mesi. I giorni subito dopo il 5 novembre ci furono nuovi terremoti di magnitudo anche superiore a 5.0, che vennero avvertiti distintamente in tutto il Sud.

Secondo le informazioni raccolte dai ricercatori del CFTI 4 (Catalogo Forti Terremoti Italiani), che hanno studiato i carteggi e le testimonianze scritte dell’epoca in un fondamentale lavoro di geologia storica, le vittime furono oltre duemila. 

La Calabria venne colpita dal terremoto in uno dei suoi peggiori momenti: negli anni che precedettero il terremoto la Calabria era stata colpita da un’epidemia di peste (1656-1657), mentre dieci anni prima una rivolta contro le vessazioni feudali aveva lasciato miseria e dolore.

Il terremoto causò inoltre danni gravissimi al patrimonio artistico calabrese distruggendo o danneggiando gravemente opere insigni come l’abbazia della SS.Trinità di Mileto, la cattedrale normanna di Mileto e i conventi cinquecenteschi di S.Domenico di Soriano Calabro e della Certosa di Santo Stefano del Bosco.

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