Durante i Giubilei, spesso, ai sacerdoti è stata affidata la possibilità di assolvere dal peccato dell’aborto. L’indicazione di Papa Francesco, contenuta nella lettera apostolica che conclude l’Anno santo della misericordia (“Misericordia et Misera“), rende universale e permanente questa facoltà che finora era stata praticata solo in via eccezionale. E dunque “sara’ aggiornato il codice di diritto canonico“, come ha spiegato oggi monsignor Rino Fisichella, il presidente del Pontifico Consiglio per la Nuova Evangelizzazione. La facolta’ di assolvere il peccato di aborto spetta alla sede apostolica o al vescovo, o a un suo vicario, ma ampie deleghe, derogando alla norma canonica, sono state date non solo in questo Giubileo della misericordia ma anche nel passato. E’ accaduto nel 2011, alla Giornata Mondiale della Gioventu’ (era Papa Benedetto XVI).
L’allora vescovo di Madrid, dove si tenne l’adunata dei giovani cattolici, il cardinale Antonio Maria Rouco Varela, diede facolta’ a tutti i sacerdoti presenti alla Gmg di rimettere anche questo peccato, in presenza di un reale pentimento. Piu’ recentemente, lo scorso anno, la stessa decisione e’ stata presa dal vescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, in occasione dell’Ostensione della Sindone.
Lo stesso Nosiglia, quando era vescovo a Vicenza, nel 2006, diede la stessa possibilita’ ai fedeli della sua diocesi durante tutto il tempo di Avvento e Natale. Nella diocesi di Cremona, il perdono del peccato di aborto delegato ai sacerdoti nel periodo di Quaresima e Pasqua, e’ stato ripetuto dal vescovo, monsignor Dante Lanfranconi, per circa un decennio. Anche nel corso del Grande Giubileo del 2000, con Papa Giovanni Paolo II, l’assoluzione del peccato d’aborto fu delegata ai sacerdoti. Ma non in maniera generale: fu data in quasi tutte le diocesi del mondo e a molti sacerdoti, chiedendo pero’ ai vescovi attenzione, ed escludendo da questa prerogativa i preti giovani e inesperti.