“Proprio perché l’aborto è un peccato molto grave non ci può essere una barriera di ordine formale al percorso di riconciliazione. Il Papa coglie il dramma di un peccatore o una peccatrice che si pente e vuole subito conciliarsi con Dio“. Alberto Gambino, presidente dell’Associazione SCIENZA e Vita, commenta così all’Adnkronos l’apertura di Papa Francesco che, a conclusione del Giubileo, nella lettera apostolica “Misericordia et misera“, rende permanente la possibilità che i sacerdoti assolvano chi pratica l’aborto. “Si parla di un peccatore, che ha fatto qualcosa di molto grave e che in base alle disposizioni del diritto canonico fino a prima del Giubileo – spiega Gambino – poteva confessarsi ma avere l’assoluzione solo del vescovo, mentre ora possono farlo i sacerdoti. Si elimina dunque una barriera di ordine formale che verso chi, davanti a una vicenda tanto dura, vuole ora conciliarsi con Dio ed è molto positivo che possa farlo subito, andandosi a confessare, anziché chiedere udienza a un vescovo e cominciare una trafila formale più impegnativa“. Il tema, riflette il presidente di SCIENZA e Vita, “non è aggravare il percorso di espiazione del peccatore ma velocizzare una riconciliazione. Parliamo di un peccato e non di un reato. Se c’è pentimento autentico, e questo è il presupposto, e dunque c’è una sofferenza enorme, Dio accoglie a braccia aperte. Non significa che l’aborto sia ritenuto meno grave, anzi gli viene dato un valore talmente importante che si attiva immediatamente un percorso di riconciliazione. E’ un peso tale che Dio aspetta solo che si voglia liberarsene“.