L’8 e 9 novembre del 1987 si tennero in Italia una serie di referendum abrogativi. Oltre a temi come la responsabilità civile dei magistrati o la commissione inquirente, si votava anche sul delicato tema delle centrali nucleari, la cui costruzione era in corso in Italia. Soltanto un anno e mezzo prima l’Europa era sprofondata nell’incubo nucleare, causato dal gravissimo incidente di Chernobyl.
Oltre 26 milioni di italiani andarono alle urne, circa il 65% degli aventi diritto al voto e bocciarono a maggioranza il nucleare in Italia. La consultazione referendaria sancì il blocco finale: centrali come quella di Montalto di Castro, già in avanzato stato di costruzione, vennero bloccate e riconvertite.
Tra il 1988 ed il 1990 tutte le centrali nucleari italiane vennero chiuse definitivamente, rendendo l’Italia uno dei pochi paesi dell’Europa occidentale (insieme a Portogallo ed Irlanda) a non avere questo tipo di centrali sul proprio territorio. Nel 2011 si è tenuto un nuovo referendum, anche stavolta a pochi mesi da un incidente nucleare gravissimo – quello di Fukushima, che ha confermato la contrarietà degli italiani al nucleare.