“Quanto oggi in Italia si sia coscienti del rischio derivante dal dissesto idrogeologico non possiamo ancora dirlo se solo pensiamo alla mancata prevenzione ed alle continue alluvioni che registrano vittime e danni anche al patrimonio artistico. Dal 2008 ad oggi, in Italia, la superficie delle aree definite a pericolosita’ geomorfologica/idraulica e’ passata dal 9,8% al 15,8% del territorio nazionale”. Lo afferma Francesco Peduto, presidente nazionale dei geologi ricordando l’Alluvione di Firenze di 50 anni fa. “Ben 7 milioni di italiani vivono in aree ad elevato rischio idrogeologico e sono a rischio 35.000 siti archeologici”, aggiunge Peduto. “C’e’ un percorso iniziato con Casa Italia, per la prima volta i geologi sono stati chiamati dal Governo al tavolo di concertazione. Ma questo – prosegue – deve essere solo l’inizio”. “L’Alluvione di Firenze rappresento’ un vero spartiacque – ricorda Peduto – in quanto in Italia proprio dopo quell’evento per la prima volta fu istituita la Commissione interministeriale per lo studio della sistemazione idraulica e della Difesa del suolo, presieduta da Giulio De Marchi da cui prese il nome. A seguito dei lavori della Commissione saranno approvati la costituzione delle Autorita’ di Bacino e del servizio di protezione civile”. L’11 novembre si terra’ a Firenze una Convention nazionale dei geologi italiani.