Alluvione Firenze: “La città seppe reagire”

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‘L’alluvione del ’66 è ricordata in tutto mondo come l’alluvione di Firenze, ma noi vogliamo recuperare la memoria di quello che accadde in tante parti della nostra regione e ricordare a tutti che fu anche l’alluvione di Toscana. È un impegno che ci siamo presi come Regione”. Il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, ha inaugurato con queste parole, stamattina al palazzo del Pegaso, la mostra fotografica ‘Le alluvioni in Toscana. La Protezione civile e il volontariato oggi’, visitabile al primo piano. Al suo fianco i consiglieri dell’Ufficio di presidenza Lucia De Robertis, Marco Stella e Antonio Mazzeo, che hanno preso parte, nella sala del Gonfalone, anche alla cerimonia di consegna delle targhe in memoria di Piero Bargellini e Riccardo Marasco. ”L’Arno in quei giorni di cinquant’anni fa si trasformò in un grande lago – ha ricordato Giani – cominciò a produrre i suoi effetti da Bibbiena, al Valdarno superiore, poi nella Piana, fino a Pisa. Gli affluenti che non riuscivano a entrare in Arno, con l’Elsa che portò devastazioni e morte da Castelfiorentino a Empoli. E l’Ombrone, che causò allagamenti a Grosseto e in Maremma. Morirono, in tutta la regione, 47 persone”. Quello che lasciano le celebrazioni di questi giorni, ha spiegato ancora il presidente dell’Assemblea toscana, ”è l’impegno fortissimo delle istituzioni per fare in modo che non accada mai più, con le risorse destinate ai necessari interventi di messa in sicurezza, e, accanto a questo, il senso che la Toscana ha saputo reagire e riprendersi”, ha ricordato Giani. In sala, sindaci e assessori di tanti Comuni colpiti, poi altri consiglieri regionali, da Valentina Vadi a Jacopo Alberti, i vertici regionali delle Forze armate. A ricevere il riconoscimento alla memoria, i familiari di Bargellini, sindaco di Firenze in quei giorni, e Marasco. ”Il sindaco che andava a portare con gli stivaloni una parola buona in ogni bottega, in ogni centro artigiano, in ogni angolo in cui si respirasse il senso della desolazione per l’alluvione, ma anche lo spirito della rinascita – ha ricordato Giani – avrebbe dovuto lasciare l’incarico due giorni dopo e invece si seppe conquistare unanime apprezzamento e rimase ancora un anno. Fu il simbolo del buon amministratore che sa stare tra la gente”. I fiorentini lo seguirono con simpatia e con l’immancabile ironia, ha ricordato Mauro, uno dei figli di Piero Bargellini: ”Dicevano che il loro sindaco era come Mosè, era stato salvato dalle acque”. Una targa è stata dedicata anche alla memoria di Riccardo Marasco, ”il celebre cantautore fiorentino recentemente scomparso, che con le sue battute, la sua ironia, con la sagacia tutta fiorentina e la sua aria scanzonata seppe interpretare la rinascita”. Consegnato infine un riconoscimento anche a Giorgio Federici, il segretario del comitato per il 50° anniversario dell’alluvione, ”che ha coordinato tutte le iniziative”.

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