Alluvione Firenze, l’esperto: “Oggi grazie all’evoluzione della meteorologia è possibile salvare molte vite umane”

MeteoWeb

“Negli ultimi 50 anni siamo indubbiamente migliorati nel campo della meteorologia. Quando ci si rese conto dell’importanza dei cambiamenti climatici, all’inizio degli anni ’90, con l’allora presidente Chiti, essendoci a Firenze un gruppo di lavoro importante in questo settore, si decise di costituire il Lamma che è un consorzio tra il Consiglio Nazionale delle Ricerche e la Regione Toscana e dà un contributo molto importante soprattutto nella salvaguardia delle vite. Lo ha detto il climatologo Giampiero Maracchi, presidente dell’Accademia dei Georgofili, intervenendo nella sede della stessa Accademia, al convegno “Arno 1966 – 50 anni di innovazioni in meteorologia”, organizzato dal Consorzio Lamma, dalla Regione Toscana e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’alluvione di Firenze.

disastri ALLUVIONE A FIRENZESi è trattato di un incontro tecnico-scientifico per fare il punto sui progressi della ricerca meteorologica negli ultimi 50 anni e valutarne lo stato dell’arte e le prospettive, soprattutto in merito alla previsione di fenomeni analoghi a quello del 4 novembre 1966. “Le previsioni oggi permettono infatti di sapere con un anticipo di un giorno/due giorni (cosa che non era possibile nel 1966) se la situazione è effettivamente a rischio e quindi avvisare in tempo la popolazione a prendere le dovute precauzioni: questo è un passo avanti fondamentale perché permette di risparmiare vite umane”, ha aggiunto il professore Maracchi.

alluvione_firenze_20La meteorologia ha fatto passi da gigante grazie alle nuove tecnologie, con i satelliti che permettono di monitorare tutto il pianeta, i computer veloci che permettono di far girare dei modelli che simulano il comportamento dell’atmosfera; al giorno d’oggi le previsioni a 24 e 48 ore hanno un’attendibilità del 95% – ha dichiarato Maracchi – Purtroppo bisogna dire che, se dovesse succedere un altro evento alluvionale, la città di Firenze non sarebbe in sicurezza nemmeno oggi, dopo 50 anni, anche se le singole istituzioni hanno fatto opere per tutelarsi. Ad esempio, l’Accademia dei Georgofili nel 1966 aveva la biblioteca al piano terreno e fu completamente inondata. Oggi la biblioteca si trova al secondo piano. Credo che interventi analoghi siano stati fatti anche all’Archivio di Stato e alla Biblioteca Nazionale”.

Il presidente dell’Accademia dei Georgofili ha concluso con un monito: “Una cosa di cui tenere conto è che le alluvioni nei secoli passati hanno dimostrato una cadenza precisa di una volta ogni 100 anni, pertanto il rischio che entro il 2066 ce ne possa essere un’altra è molto elevato e bisogna stare pronti”.

Condividi