“L’alluvione di Firenze fu l’evento più rovinoso di una tragica catena di inondazioni, dovute alle piogge incessanti che colpirono, in quei giorni, larga parte del territorio italiano, provocando tante vittime e danni ingentissimi nel Nord-Est e nel Centro-Italia“. Lo ha ricordato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia del 50° anniversario dell’alluvione nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, sottolineando come mezzo secolo fa Firenze “non si arrese: mostrò al mondo la sua volontà e la sua capacità di reazione“. “L’acqua alta a Venezia raggiunse il record, mai eguagliato, di 194 centimetri. Centinaia i Comuni colpiti – ha affermato Mattarella – Vi furono oltre 130 morti, quasi 400 feriti e almeno 78.000 tra sfollati e senzatetto. Toccò però alla Toscana e a Firenze il bilancio più pesante: l’esondazione dell’Ombrone e dell’Arno causarono 47 morti, centinaia di feriti e 46 mila persone senza casa. Dei circa mille miliardi di lire di danni calcolati dalle autorità dell’epoca, il 40 per cento era imputabile allo straripamento dell’Arno in questa città“. Firenze, ha spiegato il capo dello Stato, “divenne il simbolo doloroso dell’alluvione. Ricordando quel giorno, commemoriamo tutte le vittime di quei giorni di lutti e devastazioni. E il pensiero, riconoscente, va a tutte le persone che, in ogni parte d’Italia, si mobilitarono generosamente per i soccorsi”. L’alluvione del 1966, a Firenze, ha osservato il presidente della Repubblica, “rappresentò un evento eccezionale e inatteso nelle sue proporzioni, e mise in luce tutta la fragilità di un territorio profondamente segnato dall’opera dell’uomo, e interessato da un’estesa urbanizzazione“. La piena colpì un’area molto vasta, di circa 3.000 ettari, che furono investiti da 50 milioni di metri cubi di acqua mista a carburante e ad altre sostanze organiche. Al defluire dell’acqua, rimase il fango: oltre 600.000 metri cubi di sostanza limacciosa, mista a detriti e a materiali di ogni sorta, che rese inagibili le strade e difficili le operazioni di soccorso. I danni materiali furono ingentissimi: quasi quattordicimila abitazioni devastate, oltre quarantatremila persone coinvolte; seicento aziende invase dall’alluvione; quasi novemila botteghe artigiane e diecimila esercizi commerciali danneggiati. Il bilancio fu aggravato dalla perdita o dal grave danneggiamento di parte significativa del patrimonio artistico e culturale della città, da sempre considerata ”culla di civiltà”. Gli Uffizi, la Biblioteca Nazionale e l’Archivio di Stato, la Basilica di Santa Croce, il Battistero di San Giovanni, il Museo Archeologico e quello del Bargello, la Sinagoga ebraica. Furono colpite opere d’arte e preziosi documenti e volumi antichi. “Ma la storia dell’alluvione di Firenze, per fortuna, non si ferma al conteggio di vittime e danni – ha dichiarato Mattarella – Firenze, benché gravemente ferita, non si arrese. Mostrò al mondo la sua volontà e la sua capacità di reazione. E da tante parti del mondo molte persone compresero e condivisero la sfida”. “Firenze aveva nei secoli irradiato sull’umanità intera la sua bellezza, la sua arte, la sua cultura. E in quelle dolorose settimane fu come se, con un movimento uguale e di ritorno, da ogni angolo del globo si facesse a gara per restituire quella ricchezza immateriale che la città aveva donato a tutta l’umanità – ha aggiunto Mattarella – Fu così che Firenze risorse. Grazie ai legami sociali, alla fatica e alla forza dei suoi abitanti. Grazie al grande movimento di solidarietà nazionale e internazionale“.