Misure ‘in corso’ per il sesto pianeta del Sistema Solare. A trovarsi sotto il mirino dei ricercatori è uno specifico elemento del ‘Signore degli Anelli’, vale a dire la durata precisa del suo giorno. Questo dato non si conosce ancora con esattezza, malgrado le misurazioni effettuate dalle sonde Voyager e la lunga permanenza di Cassini – dal 1° luglio 2004 – nell’orbita di Saturno.
Un aiuto per chiarire questo rompicapo potrà derivare, secondo il team della missione Cassini, dai dati che la sonda NASA–ESA–ASI potrà raccogliere nel suo ultimo anno di ‘lavoro’, quando le manovre che la condurranno al ‘Gran Finale’ le consentiranno di sorvolare zone di Saturno che ancora non sono state osservate a fondo.
Se per altri pianeti, come ad esempio Marte e Mercurio, la durata del giorno è stata calcolata abbastanza facilmente, per il gigante ‘ad anelli’ – con la sua natura gassosa e le fasce di nuvole che si muovono vorticosamente e a velocità differenti – la situazione si è rivelata più complicata. In attesa di quanto Cassini potrà raccontare durante la sua discesa conclusiva verso Saturno, gli esperti sono comunque impegnati ad analizzare le informazioni già rese disponibili dalla sonda.
Due – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – sono le caratteristiche del corpo celeste che hanno dato un contributo per questo specifico ambito di ricerca: il campo magnetico e l’emissione di onde radio. Gli strumenti di Cassini utilizzati per queste osservazioni sono MAG (magnetometro) e RPWS (Radio and Plasma Wave Science).
Generato nelle remote profondità del ‘cuore’ di un pianeta, il campo magnetico, con la sua rotazione, può offrire informazioni utili sulla velocità di rotazione del corpo celeste in questione.
Tuttavia, secondo gli studiosi, per Saturno le condizioni sono differenti, in quanto il suo campo magnetico non si mostra oscillante come quello di altri ‘colleghi’ del Sistema Solare, ma sembra girare in maniera fluida.
Lo strumento MAG di Cassini ha colto un segnale nel campo magnetico di Saturno, una sorta di onda che si ripete con una periodicità di 10 ore e 47 minuti, ma questa cadenza sembra cambiare con le stagioni e ha un valore differente nei due emisferi del pianeta.
Altre ricorrenze regolari sono state evidenziate dallo strumento RPWS relativamente alle emissioni radio, ma anche in questo caso le osservazioni non hanno dato agli studiosi la certezza necessaria per quantificare la durata del giorno ‘saturniano’.
Le misurazioni risalenti al programma Voyager avevano fissato in 10,7 ore la lunghezza del giorno di Saturno, mentre i dati del magnetometro di Cassini fluttuano tra 10,6 e 10,8 ore a seconda dell’emisfero del pianeta preso in considerazione. Il team della missione, per spiegare questo fenomeno, ha ipotizzato un’influenza dell’atmosfera di Saturno che crea delle perturbazioni nel campo magnetico del pianeta.
Grande trepidazione, quindi, per il periodo conclusivo della missione Cassini che vedrà la sonda librarsi nello spazio inesplorato tra la parte superiore dell’atmosfera del gigante gassoso e i suoi anelli più interni. Una visuale inedita per Cassinied è proprio dai dati che saranno raccolti in questa fase che i ricercatori sperano di poter finalmente risolvere il rebus del giorno di Saturno.