Per la prima volta un gruppo di etologi e ingegneri dell’Università di Pisa ha misurato la sincronizzazione indotta dalla stimolazione emotiva nell’interazione fra esseri umani e cavalli, mettendo a confronto i rispettivi ritmi cardiaci rilevati grazie ad un sistema indossabile realizzato con un tessuto sensorizzato. Gli esiti della ricerca sono stati documentati in tre articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali – PlosOne, Electronics e Proceeeding of Engineering in Medicine and Biology Society (Embc) – e saranno presentati in anteprima alla Fieracavalli di Verona durante il convegno “Clever Hans un secolo dopo” che si svolge sabato 12 novembre, alle ore 12,30, nello spazio dibattiti Villaggio Il Mio Cavallo (padiglione 4). All’evento, organizzato in collaborazione con ”Addestramento Etologico” e alla rivista ”Il Mio Cavallo”, intervengono per l’Università di Pisa gli etologi Elisabetta Palagi del Museo di Storia Naturale e Paolo Baragli del dipartimento Scienze Veterinarie e i bioingegneri Enzo Pasquale Scilingo e Antonio Lanatà del Centro di Ricerca “E. Piaggio”. ”Quello che abbiamo realizzato è uno studio pionieristico – spiega Paolo Baragli – che apre importanti prospettive per quanto riguarda ad esempio la Pet Therapy, e più in generale la comprensione dell’interazione emotiva fra cavallo ed essere umano, alla luce delle attuali conoscenze sull’empatia negli animali e delle tecnologie di bioingegneria oggi disponibili. Sembra che durante l’interazione accada ”qualcosa” nell’organismo del cavallo e dell’essere umano dovuto proprio alla qualità di tale interazione e che questo ”qualcosa” sia misurabile”. I ricercatori hanno utilizzato un sistema di rilevazione indossabile – una fascia toracica per il cavallo e una maglietta per il soggetto umano realizzati con un tessuto sensorizzato – per raccogliere i dati sull’attività cardiaca in tre situazioni diverse: quando fra cavallo e uomo non c’era alcuna interazione, quando c’era una interazione olfattiva e visiva e infine nel caso di contatto fisico. La ”ratio” dello studio è stata quella di considerare la variabilità delle attività cardiache dei due soggetti (uomo e cavallo) come di sistemi complessi, e di andare a vedere come questi si comportano ed evolvono quando cambia sia il tipo che la durata dell’interazione. ”Quello che abbiamo scoperto – ha sottolineato l’ingegnere Antonio Lanatà – è che ogni situazione si caratterizza per una sincronizzazione dei ritmi cardiaci significativamente diversa tanto che siamo stati in grado di riconoscere i tre tipi di interazione uomo-cavallo in modo automatico con una accuratezza superiore al 70 per cento”. ”Dal punto di vista etologico si tratta di un importante spunto di ricerca che riguarda le emozioni condivise tra soggetti appartenenti a specie diverse – ha concluso Elisabetta Palagi – soprattutto quando queste coinvolgono uomini e animali domestici fra cui appunto il cavallo, animale che ha segnato e continua a segnare la storia della vita dell’uomo per cui comprenderlo significa non solo essere più consapevoli per quanto riguarda la sua gestione, ma soprattutto arrivare anche a capire noi stessi nel momento in cui ci relazioniamo con lui”.
Cavalli e umani, quando il cuore batte all’unisono
MeteoWeb