Viviamo in un momento di “degrado umano, etico e sociale”. Lo denuncia papa Francesco, nel messaggio a Salaheddine Mezouar, ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione del Regno del Marocco e Presidente della 22esima sessione della Conferenza degli Stati Parte alla Convenzione-Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici – (Cop22) – che si svolgerà a Marrakesh il 17 e 18 novembre prossimi. “L’attuale situazione di degrado ambientale, fortemente connesso con il degrado umano, etico e sociale, che purtroppo sperimentiamo quotidianamente, interroga tutti noi, ognuno con i propri ruoli e competenze, e ci porta ad essere qui riuniti con un rinnovato senso di consapevolezza e di responsabilità”, esorta il Pontefice ricordando che la Cop22 arriva pochi giorni dopo l’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi, adottato meno di un anno fa.
“La sua adozione – dice Francesco – rappresenta una forte presa di coscienza che, di fronte a tematiche così complesse come il cambiamento climatico, l’azione individuale e/o nazionale non è sufficiente, ma è necessario attuare una risposta collettiva responsabile intesa realmente a ‘collaborare per costruire la nostra casa comune'”. “L’Accordo di Parigi – sottolinea ancora il Papa – ha tracciato una chiara strada sulla quale l’intera comunità internazionale è chiamata a impegnarsi; la COP22 rappresenta una tappa centrale di questo percorso. Esso incide su tutta l’umanità, in particolare sui più poveri e sulle generazioni future, che rappresentano la componente più vulnerabile dal preoccupante impatto dei cambiamenti climatici e ci richiama alla grave responsabilità etica e morale di agire senza indugio, in maniera quanto più libera possibile da pressioni politiche ed economiche, superando gli interessi e i comportamenti particolaristici”. Ricorda il Pontefice che “non ci sono frontiere e barriere politiche o sociali che ci permettano di isolarci, e per ciò stesso non c’è nemmeno spazio per la globalizzazione dell’indifferenza. Uno dei principali contributi di questo Accordo è quello di stimolare a promuovere strategie di sviluppo nazionali e internazionali basate su una qualità ambientale che potremmo definire solidale; esso, infatti, incoraggia alla solidarietà nei confronti delle popolazioni più vulnerabili e fa leva sui forti legami esistenti tra la lotta al cambiamento climatico e quella alla povertà”. “Lo stile di vita basato sulla cultura dello scarto – avverte ancora una volta il Papa – è insostenibile e non deve avere spazio nei nostri modelli di sviluppo e di educazione. Questa è una sfida educativa e culturale alla quale, perché sia realmente efficace nel conseguire i suoi impegnativi obiettivi, non può mancare di rispondere anche il processo d’implementazione dell’Accordo di Parigi”