E’ stata ricostruita in laboratorio un’ansa del Po

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Ricostruita in laboratorio un’ansa del fiume Po: permetterà di prevedere gli effetti del progressivo abbassamento del letto del fiume su ambiente, navigazione e ponti. Il ‘modellino’ in scala del fiume è stato costruito dai ricercatori guidati da Aronne Armanini, che insegna ingegneria idraulica all’università di Trento. ‘‘Abbiamo riprodotto in scala un’ansa tipo del fiume, non un’ansa specifica. Nel modello, la larghezza del fiume è 60 volte più piccola rispetto a quella reale, mentre l’altezza dell’acqua è 40 volte minore’‘. Per riprodurre in scala anche la densità dei materiali del fiume, i granelli di sabbia e la ghiaia sono stati fatti con materiali plastici. Il progetto, finanziato dall’Agenzia Interregionale per il fiume Po (Aipo), è nato dall’esigenza di verificare i risultati di un modello matematico relativo all’abbassamento del letto del fiume, nel zona che va da Cremona a Isola Serafini, la maggiore isola fluviale del Po in provincia di Piacenza. L’obiettivo è quello di vedere come il fenomeno incide su ambiente e navigazione e quali interventi di ingegneria si possono fare al fine di proteggere le sponde dall’erosione e consentire la navigazione. ‘‘Spesso dimentichiamo – ha rilevato Armanini – che il Po è una importante via d’acqua perché per esempio permette di trasportare le merci ingombranti che creerebbero problemi sull’autostrada”. La ricostruzione ha permesso di vedere che a causa dell’abbassamento del letto, ”la corrente – ha spiegato l’esperto – tende a formare dei depositi nelle doppie anse e questi impediscono la navigazione”. Per ridurre l’effetto, il ‘modellino’ del Po ha dimostrato che si dovrebbero realizzare argini artificiali posti all’interno del corso d’acqua: ”tecnicamente chiamati ‘pennelli’ – ha detto Armanini – hanno la funzione di ridurre l’effetto di concentrazione della corrente e garantire la navigabilita’ del Po 365 giorni all’anno”.

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