Erosione costiera: le possibili soluzioni ed il caso di Saline Joniche (RC)

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Il fenomeno dell’erosione consiste nella maggior parte dei casi in un arretramento della linea di costa ed è controllato da svariati fattori: meteo-climatici, geologici ed antropologici. È molto importante conoscere come e quanto questi effetti siano combinati tra loro ed in quale percentuale per andare a studiare e progettare eventuali strumenti di difesa costiera adeguati.

Distinguiamo gli interventi di ingegneria marittima costiera in funzione del loro impatto sull’ambiente in:

1)            Interventi di forte impatto ambientale:

  • barriere e pennelli frangiflutti a protezione della costa;
  • costruzione di moli di diffrazione del moto ondoso;

2)            Interventi di medio impatto ambientale:

  • ripascimento dei tratti costieri in erosione attraverso distribuzione di sedimenti prelevati altrove;
  • scarico di inerti granulometricamente compatibili lungo le aste fluviali di alimentazione a mare;

3)            Interventi di debole impatto ambientale:

  • costruzione di moli frangiflutti sommersi;
  • ripristino di vegetazione tipica lungo la linea di battigia agente come “trappola” per i sedimenti.

erosione 07Distinguiamo inoltre interventi indiretti quando parliamo di disposizioni legislative e regolamenti che si prefiggono la “gestione preventiva del territorio”, con funzioni di controllo e limitazione; diretti gli interventi realizzati direttamente nell’area costiera al fine di controllarne l’evoluzione morfologica. Di seguito si pone l’attenzione sugli interventi di tipo “diretto attivo”, in quanto più facilmente impiegabili nel caso di litorali destinati alla fruizione turistico-balneare.

Tali interventi sono costituiti dalla realizzazione di barriere (parallele o distaccate trascinabili), pennelli ortogonali semplici o compositi (a “T”) ed interventi di ripascimento; queste tipologie di opere possono essere anche combinate tra di loro, generando sistemi di difesa di tipo misto.

Barriere

Le barriere parallele o distaccate tracimabili sono opere di difesa, generalmente del tipo a gettata, poste a distanza dalla linea di riva (sulla linea di frangimento) e con andamento planimetrico solitamente parallelo o quasi ad essa. Lo scopo di queste opere è quello di causare il frangimento parziale o totale delle onde, determinando al loro tergo una zona protetta dall’attacco diretto del moto ondoso incidente. Possono essere sia immerse che emerse in funzione delle condizioni idrauliche che si verificano spesso in quella determinata località. Nel caso di opere emergenti, l’impiego di varchi tra un’opera e l’altra risulta strettamente necessario per i seguenti motivi:

  • assicurare il necessario ricambio idrico tra la zona protetta ed il largo;
  • permettere l’accessibilità nautica alla costa;
  • contenere l’impatto visivo, cioè la limitazione della visuale verso il mare aperto.

Ovviamente il materiale “catturato” dall’opera di difesa viene sottratto ai litorali limitrofi e per tale ragione sono sempre da aspettarsi ripercussioni sui tratti costa adiacenti (vedi figura sopra).

Si utilizzano tali opere nel caso di trasporto litoraneo prevalentemente ortogonale alla costa, cioè quando l’inclinazione del moto ondoso principale forma un angolo compreso tra i 70° e 90° rispetto alla linea di costa, (direzione trasversale).

Cosa comporta inserire delle barriere?

Le barriere dissipano l’energia dell’onda frangente creando sul lato terra una zona di bassa agitazione o di “ombra”, dove tende a depositarsi il materiale trasportato lungo riva dall’azione combinata dell’onda e delle correnti. Nella zona d’ombra si crea la formazione di un accumulo (che in alcuni casi può diventare un vero e proprio tombolo realizzando la connessione tra la spiaggia e la barriera) che ha l’effetto di impedire il transito lungo riva delle correnti litoranee. Nel caso di barriere disposte in serie, si ha avanzamento del litorale nei tratti in corrispondenza di ogni barriera ed erosione nei tratti compresi tra una barriera e la successiva.

Pennelli

I pennelli sono l’altra opera rigida di difesa, anch’esse solitamente del tipo a gettata, con andamento planimetrico ortogonale o leggermente obliquo rispetto alla linea di riva. Il principio di funzionamento dei pennelli si basa sull’intercettazione diretta del trasporto solido longitudinale. La loro efficacia nell’intercettare i sedimenti dipende in modo prevalente dalla loro lunghezza, nel senso che all’aumentare di essa aumenta la portata solida longitudinale intercettata.

Bloccando parte del trasporto solido longitudinale, i pennelli provocano a monte l’avanzamento della linea di riva, mentre a valle l’arretramento. Tali strutture possono essere realizzate in varie forme e materiali (massi naturali o artificiali, calcestruzzo, ferro o legno) e possono essere impermeabili (sono costituiti da una struttura chiusa che impedisce il passaggio di sabbia attraverso la stessa) o permeabili (sono costituiti da una struttura aperta che permette l’attraversamento di una significativa quantità di materiale).

Cosa comporta inserire dei pennelli?

Se si considera, infatti, la deformazione di un litorale in seguito all’inserimento di un pennello si può notare un avanzamento della costa a destra dell’opera (sopraflutto) generato da un accumulo di portata solida ed una arretramento a sinistra (sottoflutto), ovvero nel tratto di costa sottoflutto come riportato sotto.

Ripascimento

I ripascimenti consistono in versamenti periodici di sabbia e/o ghiaie lungo il litorale in quantitativi tali da fornire un contributo positivo e significativo al bilancio solido litoraneo al fine di indurre un ampliamento artificiale della spiaggia. A differenza delle opere descritte in precedenza il cui obiettivo generale è quello di arrivare ad una stabilizzazione del litorale modificando la meccanica del trasporto solido costiero, con i ripascimenti ci si pone l’obiettivo di rimuovere la causa dei fenomeni erosivi che dipende generalmente in modo primario dalla mancanza di alimentazione solida dei litorali ad opera del trasporto solido fluviale.

Pertanto, da un punto di vista concettuale un intervento di ripascimento puro deve necessariamente prevedere versamenti periodici protratti nel tempo fino a quando non viene rimossa la causa dei fenomeni erosivi.

Generalmente il campo di applicazione ottimale di un ripascimento puro è quello di litorali a trasporto solido longitudinale pressoché nullo, viceversa si può abbinare ad un’opera rigida (pennello e/o barriera).

Cosa comporta il ripascimento?

Comporta il dover versare con un certo intervallo (stagionale ad esempio) una quantità di materiale tale per ricostituire il profilo della sabbia che viene eroso oppure proporre un ampliamento della stessa ai fini balneari, turistici ed anche di protezione di strutture a tergo.

Il materiale da impiegare dovrà essere uniforme granulometricamente a quello già presente in situ e dunque andrà preso nella stessa “area fisiografica”. Ad esempio si potrà dragare (ossia prelevare) questo volume di materiale dall’imboccatura di un porto nelle vicinanze ai fini di evitare per lo stesso fenomeni di insabbiamento di moli.

Il caso di Saline Joniche

Saline Ioniche è una frazione del comune di Montebello Jonico, situata sul litorale ionico della Provincia di

Reggio Calabria a circa 25 km da essa, in essa è ubicato il porto a scopo commerciale. Si tratta di un porto a bacino la cui destinazione d’uso era prettamente di uso industriale-commerciale. Negli anni seguenti la costruzione però, non è mai stato utilizzato per fini industriali e si è tramutato in rifugio per imbarcazioni pescherecce della zona limitrofa.

Questo è avvenuto fino all’insabbiamento e alla chiusura totale dell’imboccatura portuale.

Difatti a seguito della realizzazione del porto si è riscontrato un deposito di sabbia lungo il molo di sopraflutto che è arrivato ad ostruire completamente la bocca di accesso al porto. Il volume di materiale solido accumulatosi in corrispondenza del molo di sopraflutto (quello più a sud) è superiore al milione metri cubi.

A tale volume va aggiunto il volume relativo al materiale depositatosi a levante della radice del molo di sopraflutto, che ha comportato un vistosissimo avanzamento della linea di battigia.

Il trasporto solido nella località oggetto di studio è rilevante, come accurati da studi effettuati tra gli altri dal prof. Giuseppe Barbaro dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria (Studi di aggiornamento sull’Ingegneria Off-Shore e Marina, AIOM – Lecce – 30 giugno 1 luglio 2011); in particolare circa un milione e mezzo di m3 di sabbia si sono depositati negli ultimi 15 anni attorno al solo molo di sopraflutto mentre la rimanente parte è andata ad accrescere in maniera cospicua la spiaggia del litorale a levante del porto (nella località di Melito Porto Salvo poco più a sud).

La soluzione progettuale più idonea per risolvere sia la problematica dell’interrimento sia quella dell’erosione nei litorali limitrofi come si evince da questi studi, consiste nella realizzazione di un impianto permanente per il trasferimento (by-pass) della sabbia dalla radice di levante a ponente del porto di Saline.

Lo scarico deve avvenire a distanza opportuna dal molo di sottoflutto, in caso contrario la sabbia scaricata verrà trascinata verso il molo stesso anziché allontanarsi. In concreto si tratta dell’inserimento di un pennello che intrappoli il materiale solido e di un impianto di by – pass che trasporti il materiale solido dalla radice del molo sopraflutto del porto ad una distanza di almeno 160 m dalla testata del molo di sottoflutto, ossia quello a nord.

Il fenomeno dell’interrimento del porto ha prodotto evidenti processi erosivi nei litorali limitrofi, specie quelli posti a nord, in primis Saline stessa e la località di Lazzaro e Bocale.

In questi casi, hanno proposto gli esperti del settore ed in parte sono già stati applicate, soluzioni miste (pennelli più ripascimento). Il primo intercetta in buona parte il flusso di portata solida da sud e l’altro mediante versamento (in un’unica soluzione e/o mediante alimentazione periodica) di idoneo materiale di riporto, stabilizza o amplia le spiagge in erosione e crea nuove spiagge presentando il vantaggio di non provocare sfavorevoli ripercussioni sul regime dei litorali adiacenti. I risultati su alcune aree della zona sono stati positivi.

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