Bracco e Dompé annunciano di aver siglato un accordo attraverso il quale la divisione Farma del Gruppo Bracco entrerà a far parte del gruppo biofarmaceutico italiano guidato da Sergio Dompé. Il closing è previsto entro la fine dell’anno.
La divisione farmaceutica di Bracco, per la quale nel 2016 è atteso un fatturato di circa 80 milioni di euro (pari al 6% del fatturato del Gruppo), opera esclusivamente sul mercato italiano con un portafoglio prodotti che include sia farmaci etici appartenenti ai principali settori terapeutici quali quello gastrointestinale, neurologico, endocrinologico e cardiovascolare, sia farmaci da banco, e integratori, con alcuni brand molto noti.
“In un contesto competitivo in continuo cambiamento occorre fare sempre più massa critica, per questo il consolidamento con un’altra importante realtà del settore quale Dompé rappresenta un’opportunità che assicura la continuità e la presenza sul mercato del nostro prestigioso listino”, spiega Diana Bracco, Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Bracco, leader mondiale nella diagnostica per immagini con presenze dirette in tutti i principali mercati. “Ora proseguiremo con maggior forza nella nostra politica di focalizzazione sul core business, con importanti investimenti nelle nostre grandi fabbriche italiane, nello sviluppo del portafoglio e della presenza geografica, e nelle attività di Ricerca e Innovazione, a cui annualmente destiniamo circa il 10% del fatturato”.
Il Gruppo Bracco, che ha centri di ricerca a Colleretto Giacosa, Ginevra, Minneapolis e Princeton, offre mezzi di contrasto e soluzioni per tutte le modalità diagnostiche: Raggi X (inclusa la Tomografia Computerizzata – TC), Risonanza Magnetica (MRI), Ultrasuoni (US) e Medicina Nucleare (NI). L’offerta Bracco si completa poi con i dispositivi medicali avanzati e con i sistemi per la somministrazione automatizzata di mezzi di contrasto per procedure in ambito cardiovascolare attraverso la sua controllata statunitense Acist.
“L’accordo con Dompé realizza un progetto industriale made in Italy che riafferma i valori e la tradizione di due prestigiose aziende che hanno contribuito a scrivere importanti pagine della farmaceutica italiana”, conclude Diana Bracco.
Dompé, azienda biofarmaceutica italiana focalizzata sull’innovazione, vanta una lunga tradizione nel settore del benessere e della salute della persona a cui coniuga un impegno in ricerca e sviluppo per bisogni terapeutici insoddisfatti. Fondata nel 1940 a Milano, Dompé è presente anche a Napoli, con un segmento R&D, e a L’Aquila, con il polo di produzione e Ricerca & Sviluppo. Il Gruppo ha sedi attive anche in Europa e negli Stati Uniti. Oltre a portare avanti progetti di ricerca in ambito biotecnologico, Dompé è una realtà riconosciuta nell’ambito della Primary Care e dell’automedicazione. In particolare, il Gruppo ha maturato una expertise consolidata nell’area respiratoria e nel dolore e infiammazione, per le quali offre soluzioni tra le più utilizzate in Italia. Il portfolio prodotti è oggi commercializzato in oltre 40 Paesi nel mondo.
“Un’operazione che rappresenta per me una pietra miliare e il completamento del progetto di unione di due culture imprenditoriali fondate su valori in cui, come imprenditore, credo fermamente – afferma Sergio Dompé, Presidente del Gruppo Dompé. “Per la nostra azienda raffigura la conferma di un modello che si basa sulla forza della tradizione e sulla costante ricerca dell’innovazione. Sono fiducioso che questo passaggio darà ulteriore slancio al disegno industriale del Gruppo nella logica di uno sviluppo strategico, su più fronti, che da sempre contraddistingue le attività Dompé”.
“Raccogliamo con orgoglio questa nuova sfida che vede la nostra esperienza unirsi alla storia di successo di Bracco, forti di una strategia di innovazione incrementale che guida il nostro impegno in Primary Care – spiega Eugenio Aringhieri, CEO del Gruppo Dompé. “Grazie alla complementarietà dei portafogli prodotti delle due aziende e al loro valore riconosciuto dalla comunità scientifica e dai pazienti puntiamo a rafforzare la nostra offerta raccogliendo un testimone importante in un modello che punta a mantenere ben salda l’attenzione sulle risposte da offrire giorno dopo giorno a tutti i pazienti”.