Il tumore al testicolo è il più diffuso tra i 15 e i 40 anni, ecco come si sono evolute le terapie

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È la forma di tumore più diffusa tra gli uomini dai 15 ai 40 anni di età. Ma nel cancro del testicolo molto è cambiato in questi anni: tecniche di imaging che lo identificano precocemente, modalità chirurgiche che risparmiano l’organo e crioconservazione del seme a garanzia della futura fertilità, hanno rivoluzionato l’approccio terapeutico e l’aspettativa di vita dei pazienti. Oggi, a dieci anni dalla diagnosi, la guarigione viene raggiunta nel 90% dei casi. Per discutere dei progressi nella diagnostica e nelle terapie del tumore del testicolo esperti di fama internazionale si confrontano oggi e domani nell’ambito del Corso educazionale di aggiornamento “The multidisciplinary approach to testicular cancer”, promosso dall’European Academy of Andrology in collaborazione con il dipartimento di Medicina sperimentale dell’Università la Sapienza di Roma.

“Siamo orgogliosi di organizzare questo corso nella veste di centro di riferimento nazionale designato dall’Accademia europea di andrologia – afferma il presidente della Società italiana di endocrinologia e direttore della sezione di Fisiopatologia medica del dipartimento di Medicina sperimentale della Sapienza, Andrea Lenzi – Il nostro compito è promuovere scambi internazionali con almeno 20 centri di altri Paesi intorno a cui fanno capo esperti in endocrinologia, andrologia e altre specialità coinvolte nell’approccio multidisciplinare di questo tumore”. Il tumore si manifesta di solito con un ingrossamento duro e dolente a uno dei testicoli e con un senso di pesantezza inguinale. E diversi sono i fattori di rischio: il criptorchidismo (mancata discesa dei testicoli nello scroto), la sindrome di Klinefelter (alterazioni dei cromosomi), la familiarità, un precedente tumore del testicolo che aumenta il rischio di 20-50 volte. Ma anche l’esposizione agli Edc (Endocrine Disrupting Chemicals) come i pesticidi, l’infertilità che triplica il rischio e il fumo che lo raddoppia. Nel corso delle due giornate, spiegano gli organizzatori, saranno approfondite diverse tematiche: difetti genetici e molecolari alla base del tumore, cause note e di recente scoperta. Si parlerà di diagnostica ecografica e delle principali novità nell’imaging, soluzioni terapeutiche dei casi più gravi, tecniche di preservazione della fertilità e dei disturbi della funzione sessuale nelle coppie in cui il partner ha avuto una diagnosi di tumore testicolare. “In questi anni abbiamo assistito a importanti innovazioni nel trattamento di questo tumore: oggi non si asporta più il testicolo, ma solo il nodulo e si può congelare il seme che potrebbe essere danneggiato durante i trattamenti con chemioterapia e radioterapia – spiega Lenzi – L’arma migliore resta però la diagnosi precoce: l’autopalpazione frequente dei testicoli dovrebbe diventare una pratica abituale. I controlli andrebbero eseguiti periodicamente nell’età pediatrica e a partire dai 15 anni dall’endocrinologo-andrologo”.

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