L’inverno avanza sull’Europa, neve record in Svezia: oltre 30cm a Stoccolma, non era mai successo a Novembre [GALLERY]

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Mentre l’Italia si appresta a vivere un insolito “Inverno di San Martino“, l’inverno avanza sull’Europa nord/orientale. Le fitte e persistenti nevicate che da giorni interessano la Svezia centro-meridionale, con accumuli che localmente arrivano a superare i 40 cm, stanno creando non pochi disagi. Del resto, a differenza dello scorso anno, quando gran parte della Svezia rimase spoglia di neve, l’inverno è venuto in anticipo, mostrando il suo volto peggiore. Il manto nevoso si è esteso a quasi tutto il territorio nazionale. Ormai da oltre una settimana si susseguono persistenti nevicate, di debole e moderata intensità, mentre le temperature sono scivolate anche al di sotto dei -12°C -15°C nella Svezia settentrionale, con pesanti conseguenze sul traffico stradale ed aeroportuale nelle principali città. I disagi maggiori si registrano proprio a Stoccolma. La capitale svedese nella giornata di ieri, grazie alla congeniale configurazione barica, è stata colpita da una delle nevicate più intense che si ricordino nel mese di Novembre, almeno nell’ultimo secolo.

Difatti proprio ieri, in pieno centro a Stoccolma, sono caduti fino ad oltre 30 cm di neve fresca, mentre nei sobborghi periferici della città il manto nevoso avrebbe superato i 35-40 cm. Per la città di Stoccolma si tratta della nevicata più intensa mai avvenuta nel mese di Novembre nell’ultimo secolo. Difatti era dal Novembre del 1905, quando iniziarono le prime rilevazioni meteorologiche, che su Stoccolma non si vedeva cadere così tanta neve nel giro di 24 ore così presto nella stagione.

Come ci spiega la stessa meteorologa svedese, Elisabeth Saarnak Aftonbladet, il precedente record di massimo accumulo di neve in Novembre si era raggiunto nel Novembre del 1985, quando in un solo giorno sulla città si accumularono ben 29 cm. Gli oltre 30 cm di neve fresca caduti ieri, anche se la nevicata di oggi a dir la verità ne ha accumulati ben altri 8-9 cm, rappresentano il nuovo record di massimo accumulo nivometrico per il mese di Novembre nella capitale svedese.

Anche se questo dato neanche minimamente si avvicina allo storico record assoluto, di oltre 76 cm, raggiunto nel Marzo del 1909. Oggi il manto nevoso in alcuni quartieri di Stoccolma avrebbe raggiunto i 38-39 cm. Una nevicata così abbondante, che ha colto alla sprovvista gli stessi svedesi, non poteva non comportare dei disagi per una città molto grande, e con molti sobborghi periferici attorno il proprio centro. Molte strade, interamente innevate e ghiacciate, sono ormai rese impercorribili.

I problemi maggiori però si sono registrati nel principale aeroporto della città, dove le persistenti nevicate e le piste ghiacciate dopo le lievi gelate di questi giorni stanno producendo significativi disagi al traffico aeroportuale. Molti i mezzi rimasti impantanati nella neve, mentre la corsa di molti autobus è stata bloccata, causa l’impraticabilità delle strade, completamente ammantate dalla neve fresca appena depositata.

Le persistenti nevicate che continuano ad imperversare fra Finlandia e Svezia, con coinvolgimento anche delle Repubbliche Baltiche e della Danimarca, sono da imputare ad un’ampia circolazione depressionaria a carattere freddo, che dal nord-est dell’Ucraina si allontana verso gli Obast’ sud-occidentale della Russia europea. Questa circolazione depressionaria, supportata in quota da un nocciolo di aria piuttosto fredda, viene alimentata da masse d’aria molto fredde, d’estrazione polare continentale, che vengono risucchiate dalla stessa, dalle innevate pianure della Russia europea.

La suddetta depressione a carattere freddo tende ad interagire, più a nord, con un promontorio anticiclonico di origine artica che dalla Lapponia si estende con un proprio cuneo in direzione della Russia settentrionale. Dal bordo più meridionale di questa struttura anticiclonica vengono dipanate delle correnti di aria piuttosto fredda, di natura polare continentale, che dalle pianure Sarmatiche si muovono in direzione della Finlandia e del Baltico.

L’aria fredda polare continentale proveniente dalla Russia europea appena innevata, dopo aver attraversato la Finlandia e l’omonimo Golfo, scorre sopra il Baltico, umidificandosi sensibilmente nei bassi strati, per poi raggiungere la Svezia centro-meridionale, tramite una debole-moderata ventilazione orientale, per lo più fra E-SE e E-NE, la quale addensa una fitta nuvolosità bassa (stratocumuli e nembostrati) sul versante orientale delle Alpi Scandinave che dà luogo a queste nevicate persistenti. Con i venti orientali, provenienti direttamente dalla Russia europea, la Svezia viene interessa da nevicate, anche importanti, grazie all’azione di “forcing” esercitata dalle Alpi Scandinave, le quali tendono a rallentare il flusso orientale, favorendo l’ammassamento dei banchi nuvolosi in prossimità del versante svedese.

La Norvegia invece, sovente favorite dalle ondate di freddo polari marittime (con i venti da NO o N-NO), con i venti dai quadranti orientali si trova sottovento alle Alpi Scandinave, venendo coinvolta dall’”ombra pluviometrica” imposta da quest’ultime. La massa d’aria dopo aver scaricato tutto il suo contenuto di umidità, sotto forma di precipitazioni nevose sul versante orientale delle Alpi Scandinave, tende a riversarsi sulle coste norvegesi sotto forma di aria decisamente più secca, avara di precipitazioni.

La notevole estensione del manto nevoso fino alla penisola Scandinava e ai Paesi Baltici sta favorendo un brusco raffreddamento dello strato d’aria prossimo al suolo. I terreni innevati di fresco, causeranno un massiccio raffreddamento dello strato d’aria presente nei bassi strati, incrementando il forte raffreddamento che proprio in questo periodo caratterizza l’Eurasia, a seguito della diminuzione del soleggiamento diurno e dell’allungamento della notte sul giorno. Nei prossimi giorni si potranno registrare temperature minime anche inferiori ai -15°C -17°C in svariate località della Lapponia e nel nord della Russia europea. Specie nelle aree soggette a forti inversioni termiche favorite dai cieli sereni, scarsa ventilazione nei bassi strati e dalla presenza di un cospicuo manto nevoso sul terreno.

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