L’obiettivo dell’ESA: 11 miliardi per lo spazio europeo

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L’Agenzia Spaziale Europea chiederà ai suoi 22 paesi membri un impegno finanziario di durata pluriennale di circa 11 miliardi di euro. Lo ha dichiarato il direttore generale Jan Woerner lo scorso 7 novembre, durante una conferenza stampa dal quartier generale dell’ESA di Parigi, dove si è discusso degli argomenti in agenda per il Consiglio Ministeriale in programma a Lucerna l’1 e 2 dicembre.

Woerner – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – ha specificato che 1 miliardo dei fondi verrà impiegato in ricerche nel settore delle telecomunicazioni da svolgersi in partnership  con il settore privato. L’Earth Observation Envelope Program –  il programma di osservazione della Terra che include diversi satelliti da lanciare nei prossimi anni – riceverà invece  fondi per un totale di 1,4 miliardi di euro.

Sul tavolo, anche il ruolo di ESA per la  Stazione Spaziale: l’agenzia chiederà agli stati  800 milioni di euro di fondi per continuare il lavoro sula ISS. I fondi richiesti saranno sufficienti fino al 2021 ciò significa che l’estensione della copertura economica al 2024 verrà decisa alla prossima Ministeriale, tra circa tre anni.
Il numero uno dell’ESA ha sottolineato che l’impegno al 2024 è necessario per continuare i lavori sulla fornitura del modulo di servizio European Service Module (ESM) della navetta Orion della NASA. L’Europa e la NASA hanno firmato un accordo che prevede la fornitura da parte di ESA di ESM per finanziare parte dei costi di funzionamento comuni della ISS.
Argomento cruciale del meeting di dicembre, sarà il proseguimento della seconda parte della  missione ExoMars che richiede un ulteriore finanziamento di 400 milioni. Woerner ha dichiarato che gli stati membri dovrebbero fornire una copertura di 300 milioni, mentre i restanti 100 milioni verranno recuperati dal budget stesso dell’Agenzia.
Il 21 e 22 novembre l’ESA presenterà un report sullo status attuale della missione, a  un mese dall’entrata in orbita della sonda e dall’impatto del modulo di test Schiaparelli.

Se gli stati membri non hanno a disposizione i fondi necessari – ha detto Woernerdobbiamo prendere in considerazione l’idea di cancellare la missione. Speriamo di poter avere dati convincenti entro la fine del mese in modo da assicurare il lancio di ExoMars nel 2020”.
L’Italia,  il maggior contribuente di ExoMars, è pronta a versare un contributo di circa 120 milioni di euro per il proseguimento della missione. “Abbiamo una sonda in orbita intorno a Marte – ha sottolineato il presidente dell’ASI Roberto Battiston il cui compito è raccogliere i dati che verranno inviati dal rover, parte della missione del 2020: non sarebbe logico rinunciare a questa seconda fase”.
A conclusione dell’incontro con la stampa, Woerner ha sottolineato che l’ulteriore copertura economica richiesta in occasione della Ministeriale non rappresenta la questione chiave: il potere di spesa dell’ESA è nel suo bilancio annuale che dovrebbe ricevere un flusso di circa 3,5 miliardi di euro l’anno, escludendo il sostanziale contributo annuo proveniente dalla Commissione Europea.

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