Maltempo e scirocco al Sud, forti temporali sullo Ionio: ecco perchè si sfaldano appena raggiungono le coste

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In questi giorni il maltempo ha colpito in maniera significativa sia la Sicilia meridionale, con l’alluvione lampo di Licata, che le coste ioniche dell’Isola e della vicina Calabria, dove si sono registrati accumuli fino a più di 100 mm in poche ore. Proprio nella serata di ieri rovesci e temporali, con una discreta attività elettrica, hanno interessato anche le coste ioniche calabresi, dal reggino ionico al catanzarese, per lo sviluppo di diverse “cellule temporalesche marittime” che dal mare si sono poi spinte in direzione della fascia costiera, scaricando piogge e intensi rovesci. Ma molti di questi temporali una volta arrivati sulle coste hanno cominciato a sfaldarsi in più pezzi, perdendo gran parte del loro potenziale con una sensibile attenuazione dei carichi precipitativi, risultati più intensi proprio in corrispondenza della fascia litoranea.

Ciò è dovuto alla natura “marittima” di questi temporali che vengono sfornati dall’importante quantità di calore latente sprigionato dalla calda superficie marina dello Ionio. Difatti, nelle scorse settimane, in particolare durante il mese di Ottobre, la superficie del mare è stata fortemente surriscaldata sia dalla persistenza di un regime anticiclonico che dalle continue avvezioni di aria calda sub-tropicale continentale che hanno permesso all’acqua di assorbire una consistente quantità di calore.

Tale calore latente, con l’inasprimento del “gradiente termico verticale”, oggi rappresenta la principale miccia per l’esplosione dell’attività temporalesca e l’insorgenza dei cumulonembi, con top anche di oltre gli 11-12 km di altezza sul mar Ionio. Una volta che viene meno questa fonte di energia i temporali sfornati dall’aria calda e molto umida che preesiste sopra la superficie marina cominciano gradualmente ad indebolirsi, fino a sgonfiarsi quasi del tutto non appena raggiungono la terra ferma, dove invece permane aria meno calda e umida.

Proprio per questo motivo, una volta giunti sulle zone costiere, a contatto con i rilievi delle Serre, dell’Aspromonte, dei Peloritani o con l’imponente massiccio dell’Etna, le “cellule temporalesche” sviluppate sullo Ionio si sono lentamente dissipate, anticipando il loro stato di invecchiamento che solitamente precede la definitiva morte del temporale con lo sfaldamento delle varie incudini in una poltiglia nuvolosa medio-alta che copre per intero la coltre celeste. L’instabilità proseguirà anche nelle prossime ore, col rischio di piogge sparse e qualche occasionale rovescio sulle coste ioniche di Calabria e Sicilia, anche buona parte dei temporali che si formeranno sullo Ionio rimarranno relegati in mare, a largo delle coste del reggino e messinese ionico, da dove si potrà ammirare il profilo di queste immense “torri di vapore” (cumulonembi), alte anche più di 10 km. Ecco le pagine utili per monitorare la situazione in tempo reale:

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