La depressione durante la gravidanza e dopo la nascita del bambino non va trascurata, poiché sembra associata ad anomalie nella struttura del cervello del piccolo che nelle età critiche sono spesso collegate a problemi di comportamento o apprendimento. E’ quanto emerge da uno studio della University of Calgary, in Canada, pubblicato su Biological Psychiatry. Gli studiosi hanno osservato 52 donne per analizzare eventuali sintomi depressivi nel corso di ogni trimestre di gravidanza e dopo che i bimbi sono nati, utilizzando anche la risonanza magnetica per misurare la struttura del cervello dei bimbi dai due anni e mezzo ai cinque anni. Ne è emerso che le donne con maggiori sintomi depressivi avevano con più probabilità bimbi con aree frontali e temporali, implicate nell’inibizione e nel controllo, più sottili. E’ stato inoltre riscontrata un’associazione tra i sintomi depressivi e la materia bianca anormale nell’area frontale del cervello, che connette una zona all’altra.
Secondo lo studio i momenti più delicati sono il secondo trimestre di gestazione e il periodo successivo al parto. I risultati evidenziano che il cervello dei bimbi la cui mamma ha sperimentato la depressione in gravidanza o dopo, rischiano di andare incontro a un invecchiamento precoce, non solo: se la mamma era depressa, anche al suo bambino potrebbe capitare in futuro. “Le madri in genere vogliono fare tutto il possibile per dare ai figli le migliori possibilita’ di successo nella vita. – spiega John Krystal, direttore di Biological Psychiatry – Questo nuovo studio suggerisce che un’altra cosa che possono fare e’ assicurarsi di essere trattate se sono affette da depressione”.