“Se Matteo Renzi, il primo ministro italiano, perdesse il suo referendum costituzionale del 4 dicembre, mi aspetterei una sequenza di eventi che solleverebbe domande sulla partecipazione italiana all’eurozona“. Lo scrive l’associated editor Wolfgang Münchau sul Financial Times, precisando che le cause che stano dietro a questa “possibilità estremamente disturbante” non hanno nulla a che fare col referendum in sé, ma sono da ricercarsi nelle cattive performance fatte registrare dall’economia italiana dall’adozione della moneta unica nel 1999 e dal “fallimento della Ue nel costruire una unione economica e bancaria appropriata dopo la crisi dell’eurozona del 2010-2012“. Due fattori che, in combinazione, hanno portato alla crescita del populismo nell’eurozona. In quest’ottica, spiega Münchau, “il referendum conta perché potrebbe accelerare il percorso verso l’uscita dall’euro“, che vede favorevoli le opposizioni italiane.