Il referendum costituzionale è sicuramente l’argomento più discusso del momento. Un argomento sui quali molti si sono dilettati con opinioni, consigli e possibili ipotesi del dopo – voto. Quest’ultimo aspetto è stato forse il più considerato: in molti, in queste settimane, sia dentro che fuori l’Italia si sono dilettati a delineare scenari apocalittici per il ‘day after’. Qualunque sarà il risultato di questo referendum, sicuramente avrà delle conseguenze ‘catastrofiche’, almeno secondo i commentatori, molti politici e una buona parte dell’informazione. Entrambi i risultati sembrerebbero infatti generare una sorta di tsunami che potrebbe travolgere a seconda dei casi i mercati finanziari, la tenuta dell’euro e dell’Europa stessa, l’economia italiana, o addirittura potrebbe rappresentare l’avvento di una dittatura peggiore di quella di Pinochet. Il titolare della Farnesina, Paolo Gentiloni, di fronte all’ennesimo warning sulle conseguenze del voto del 4 dicembre, ha sicuramente ammesso che all’estero c’è una particolare attenzione sul referendum costituzionale, ma ha anche frenato i più estremisti: “Nessun catastrofismo né allarmismo, il giorno dopo non ci sarà l’apocalisse”. Tuttavia, il ministro degli Esteri non ha potuto negare “che la posta in gioco sia alta”.
A due settimane dalla consultazioni le previsioni sono tra più disparate, vediamone qualcuna.
ADDIO INVESTIMENTI L’ITALIA SI FERMA. Secondo Vincenzo Boccia, Presidente di Confindustria, se vince il No sarà necessario salutare gli investimenti, con una conseguente decelerazione del nostro Paese che probabilmente finirà col fermarsi: la vittoria del No costituirebbe infatti la conferma che l’Italia non vuole cambiare: non possiamo permettercelo.
PERICOLO PRECARI. La segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, ha invece focalizzato la sua attenzione sui precari, lanciando l’allarme: “La cosa che sconvolge è che ci siamo trovati a incontri sindacali in cui ci è stato detto da esponenti del governo: ‘abbiamo il problema di confermare i precari a dicembre, però a seconda di come sarà il referendum decidiamo se avrete le risposte o no'”, ha rivelato la Camusso, che tuttavia ha aggiunto: “Dire che se vince il No c’è il baratro è sbagliato”.
VOLATILITA’ DEI MERCATI. Per la Banca d’Italia il differenziale fra la volatilità implicita del mercato italiano e quella dell’area dell’euro è elevato; gli indicatori segnalano un forte aumento della volatilità attesa per il mercato italiano a ridosso della prima settimana di dicembre, in corrispondenza con il referendum sulla riforma costituzionale: è l’avvertimento di palazzo Koch, contenuto nel rapporto sulla stabilita’ finanziaria.
STOP SOLDI DA INVESTIMENTI ESTERI. L’ambasciatore Usa in Italia, John Phillips, ritiene che “il NO al referendum sulla riforma costituzionale sarebbe un passo indietro per gli investimenti stranieri in Italia, perché il Paese deve garantire stabilité politica e 63 governi in 63 anni non danno garanzia.”
FALLIMENTO DI ITALIA E EUROPA. Secondo Handelsblatt, il principale quotidiano tedesco che si occupa di economia, c’è un rilevante rischio che Renzi perda al referendum di dicembre, ma, continua l’Handelsblatt, “se fallisce Renzi fallisce l’Italia e se fallisce l’Italia fallisce l’Europa”. E dopo la Brexit nessuno vuole rischiare altri scossoni.
ITALIA FUORI DA EURO E DISINTEGRAZIONE EUROPA. Catastrofiche in caso di vittoria del No le previsioni di Wolfgang Munchau, condirettore del Financial Times, il principale quotidiano economico britannico, secondo cui se in caso di vittoria del No l’Italia andrà fuori dall’euro.
TITOLI BANCARI A PICCO. Per il Wall Street Journal un esito negativo del referendum porterebbe a una caduta dei titoli bancari italiani e a un indebolimento dell’euro, e una conseguente caduta dell’esecutivo Renzi: in tal caso il risultato più auspicabile sarebbe un governo tecnico, che farebbe meno danni e spaventerebbe meno gli investitori rispetto a un ipotetico governo dei Cinque stelle.
RISCHIO PER CRESCITA. Per la società di rating Goldman Sachs il referendum italiano costituisce un rischio materiale per le previsioni di crescita del nostro Paese.
ADDIO PD E VITTORIA M5S. Per Massimo D’Alema, palesemente a favore del No, se vince il Sì scompare il Pd e vanno al governo i 5 Stelle.
UNA DITTATURA GUIDATA DA SERIAL KILLER. Negli ultimi giorni si è notata una escalation dei toni da parte di Beppe Grillo, secondo il quale, in caso di vittoria dei Sì, si supererebbero gli scenari dittatoriali: “Sono dei serial killer della vita dei nostri figli tra 20 anni. Siamo oltre la dittatura di Pinochet, perché se fosse una dittatura e il Pinochet si facesse riconoscere, allora uno si organizza, va in clandestinità, fa il Carbonaro, reagisce, fa delle cose. Qui siamo con un involucro di nulla riempito di nulla che sta svendendo il futuro di tuo figlio.”
DERIVA AUTORITARIA E DITTATURA DELLA SINISTRA. Per l’ex premier Silvio Berlusconi il 4 dicembre si deciderà il futuro dell’Italia attraverso una riforma pericolosa: la vittoria del Sì potrebbe infatti dar vita a una deriva autoritaria, potrebbe dar vita alla dittatura di un uomo solo al comando, ad una dittatura della sinistra.
TORNANO GLI INCIUCI E I GOVERNICCHI. Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, non ha dubbi: “la vittoria del NO determinerebbe il ritorno degli inciuci, dei vecchi della politica che votano contro solo per tornare al loro posto e utilizzano il NO per mantenere i loro privilegi, il ritorno dei governicchi. Se vince il NO non c’è un Armageddon – tranquillizza il premier Matteo Renzi – ma non cambia nulla. Viene bloccato il percorso di cambiamento e tutto resta fermo come è ora.”
SFIDA DRAMMATICA E SALVACONDOTTO VECCHI POLITICI. Sempre per Matteo Renzi, sebbene non si profili nessuna catastrofe, è impossibile non cogliere la drammaticità di questa sfida: “se i cittadini dicono NO sarà un gigantesco salvancondotto per tante generazioni di politici che avranno la scusa per non cambiare nulla, per un politico vecchio stile abituato a inciuci e accordicchi sarebbe una benedizione, il NO è un salvacondotto per sempre per non cambiare nulla.”
INSTABILITA’ E INGOVERNABILITA’. Per la ministra delle Riforme, Maria Elena Boschi, in caso di vittoria del No si aprirebbero scenari all’insegna dell’instabilità, quindi sarebbe un problema per la governabilità del Paese.