Selfie le cose cambiano lo dimostra: chirurgia plastica non è sinonimo di vanità, né tanto meno di scelte insensate o addirittura controproducenti. Sottoporsi a un intervento di chirurgia plastica può voler dire superare un disagio psicologico e assicurarsi una nuova partenza. Ben oltre l’estetica, è benessere e qualità della vita.
All’indomani della prima puntata di Selfie le cose cambiano, il nuovo programma condotto da Simona Ventura su Canale 5, la Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica SICPRE sottolinea le valenze della propria Specialità.
“Selfie non è un programma di chirurgia plastica – sottolinea Paolo Palombo, presidente della società scientifica che raccoglie l’80% dei chirurghi plastici italiani -, ma con le sue storie mette in luce le potenzialità della nostra disciplina: modificare viso e corpo in modo da dare una maggiore qualità di vita a chi non si accetta così com’è e per questo soffre”.
È il caso di Vera, che si sottopone a un’addominoplastica dopo una gravidanza gemellare, come quello di Marzia, che dopo aver allattato il figlio e perso molti chili soffre a causa di un seno cadente. Ancora, è il disagio di Salvo, che a causa di un padiglione auricolare troppo prominente si presenta sempre di tre quarti, ma sogna di poter affrontare la vita a viso aperto, senza timori e senza difese.
UNA SPECIALITA’ CON DUE FACCE
Ovviamente, chirurgia plastica non è solo questo. “La Specialità contiene in sé due facce, ugualmente importanti e inscindibili, come il suo nome per esteso chiaramente dichiara, Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica – ricorda Palombo -. La SICPRE da anni si batte per la massima qualità, informazione e sicurezza nella chirurgia plastica estetica, che a differenza di quella ricostruttiva non avviene necessariamente nei reparti ospedalieri ed è spesso affrontata dai pazienti con una leggerezza sbagliata”.