La più vecchia centrale nucleare al mondo ancora in attività si trova in Svizzera. E’ quella di Beznau I, costruita nel 1969. Attualmente non è attiva da diciotto mesi, ma a breve potrebbe ripartire. Con le altre 4 centrali nucleari presenti oltralpe produce il 40% dell’energia elettrica del Paese. Tutte le centrali svizzere dispongono di una licenza d’esercizio illimitata e potrebbero restare attive finché sono sicure. E proprio questo è il punto al quale i promotori dell’iniziativa, che sarà sottoposta al voto popolare domenica, vogliono opporsi. Se ci sarà una maggioranza di ‘sì’, tre centrali saranno chiuse già nel 2017, un’altra nel 2024 e l’ultima nel 2029. Il Consiglio federale, cioè il governo elvetico, è contrario all’iniziativa e ha proposto un abbandono graduale del nucleare.
In sostanza, una volta spente le centrali esistenti non potranno essere sostituite da quelle nuove. La motivazione principale dell’esecutivo è che un abbandono precipitoso del nucleare non consente di garantire un sufficiente approvvigionamento di elettricità da fonti rinnovabili. E quindi la Svizzera dovrebbe importarne in quantità elevata nei prossimi anni. Un tema ‘caldo’ se si pensa che la Francia ha fermato diverse centrali nucleari perché poco sicure. Il governo ha paventato anche il rischio di black out in caso di un abbandono ‘accelerato’ del nucleare. “A nostra avviso sarebbe un’uscita disordinata“, ha spiegato il ministro dell’Energia Doris Leuthard, “tutto d’un tratto, ci ritroveremmo con le forniture di 1,6 milioni di nuclei familiari a rischio“. L’operatore di rete svizzero Swissgrid, ha anche spiegato che la richiesta di far scattare le chiusure di centrali già l’anno prossimo potrebbe implicare seri problemi. Ora spetta dunque ai cittadini esprimersi in merito. I sondaggi, che fino a poche settimane registravano un netto vantaggio del Sì all’iniziativa, stanno rilevando nell’ultimo periodo una netta rimonta del no.