Dopo il violento terremoto di magnitudo 6.5 che domenica 30 ottobre alle 07:40 ha scosso l’Italia, l’attenzione sul rischio sismico e vulcanico ha una grande percezione nell’opinione pubblica nazionale. E gli esperti hanno il compito di chiarire la situazione e illustrare le giuste strade di prevenzione in vista di futuri eventi estremi che certamente ci saranno in varie località del nostro Paese, attraversato da molte faglie attive e popolato anche da numerosi vulcani in attività.
La Direttrice dell’Osservatorio Vesuviano, Francesca Bianco, in un’intervista a Cristina Zagaria di Repubblica Napoli, ha spiegato che in realtà “anche se il grande incubo dei napoletani è sempre il Vesuvio, oggi la nostra attenzione è tutta puntata sui Campi Flegrei. Nella zona della Solfatara e di Pisciarelli il livello di guardia è giallo. Dopo il forte terremoto in Appennino, abbiamo ricevuto moltissime telefonate di tanti cittadini che erano preoccupati per il Vesuvio, quando ancora non sapevano che la scossa era stata tra Umbria e Marche. Oggi il Vesuvio non è pericoloso: l’allerta è verde, il livello base. Tutti i parametri sono in regola. Ne’ il terremoto di L’Aquila, ne’ quello dell’Irpinia nel 1980 (molto più vicino), hanno avuto effetti sul Vesuvio. Neanche il Marsili è pericoloso, almeno non abbiamo dal punto di vista scientifico alcun segnale particolare. Non è una situazione critica. Invece l’unica zona da monitorare seriamente è quella dei Campi Flegrei, su cui concentriamo le nostre attenzioni. Qui l’allerta è gialla, c’è un sollevamento molto lento di qualche decina di centimetri che va avanti dal 2005 e abbiamo anche un’importante variazione nella composizione chimica delle fumarole della Solfatara e di Pisciarelli. I parametri che non tornano possono essere un campanello di allarme. E abbiamo intensificato le nostre osservazioni. Il livelo di allerta è un livello 2 su una scala di 4 (verde=base; giallo=attenzione; arancione=pre-allarme; rosso=allarme). Occorre fare una sostanziale azione di messa in sicurezza del territorio a tutti i livelli, con un check up di tutti gli edifici e reali azioni preventive, perchè a creare problemi non è il terremoto ma è come l’uomo ha costruito nelle zone in cui avviene il terremoto…“