Eppure moriremo tutti “montanari”. E “testoni”: oggi li etichettiamo così gli “uomini dell’Appennino”, talmente tanto attaccati alla loro terra da fare resistenza agli ordini di sgombero ed evacuazione nei vari paesini dell’entroterra colpiti dal terremoto. In molti si sono spostati sulla costa dove dovrebbero essere al sicuro. Ma dal mare arriva un altro pericolo, seppur meno rapido e devastante: a causa dei cambiamenti climatici, in base all’aumento delle temperature globali nei prossimi decenni il livello delle acque di tutto il pianeta si innalzerà sommergendo ampie zone costiere, e per un Paese come l’Italia gli effetti saranno devastanti. Anche nella migliore delle ipotesi, con un aumento termico limitato entro i 2°C, molte città litoranee finiranno sott’acqua. Se, invece, la temperatura aumenterà fino a 4°C, ampie aree oggi densamente abitate e ricche di attività produttive, diventeranno un fondale Mediterraneo.
Le mappe sono state elaborate in base ai dati scientifici e climatici dall’autorevole centro di ricerca americano Climate Central, che ha pubblicato le cartine di tutto il pianeta. Per l’Italia, come possiamo osservare nelle immagini a corredo dell’articolo, il rischio è di vedere sott’acqua intere grandi città, porti, aeroporti, lungomari, opere d’arte e di architettura dall’eccezionale valore storico e culturale, località turistiche tra le più ambite e rinomate a livello internazionale.
Ovviamente non sarà un passaggio shock: succederà in modo lento e graduale, in base ai cambiamenti climatici dei prossimi anni. Ma secondo questo modello, Roma diventerà una città di mare e gran parte della pianura Padana non ci sarà più. Al nord/est Padova sarà sul litorale. Tra le città più a rischio troviamo Oristano, Crotone, Brindisi, Albenga, Falconara Marittima, Cagliari, Trapani, Bari, Castellammare di Stabia, Chioggia, Venezia, Marsala, Terracina, Pisa, Taranto, Fiumicino, Viareggio, Camaiore e Forte dei Marmi.