Continua ad Amatrice la rimozione delle macerie da Corso Umberto I, il centro storico della città devastata dal Terremoto del 24 agosto, con l’obiettivo di riaprire il principale collegamento viario del territorio, che nella prima fase sarà riservato ai soli mezzi di soccorso. Vigili del Fuoco, carabinieri, personale del Ministero dei Beni Culturali, esercito, Regione Lazio e ditte incaricate sono al lavoro senza sosta al fine di liberare il centro storico immagine-simbolo del Terremoto del 24 agosto, da travi e tamponature. Il materiale viene selezionato, differenziato e trasferito nella cava di Posta dove avviene una ulteriore selezione. Durante le operazioni, che dovrebbero concludersi entro i primi 10 giorni di dicembre, si stanno rimuovendo circa 350 tonnellate al giorno di macerie, lo riferisce il Dipartimento di Protezione civile. Soltanto successivamente sarà possibile intervenire sugli edifici di interesse storico al momento ancora inaccessibili.
“Il Corso di Amatrice è stato liberato dalle macerie – scrive sulla sua pagina Facebook il capo della Protezione Civile del Lazio, Carmelo Tulumello – c’è tanto, tutto, da fare ancora ma vedere la strada con un bellissimo cielo azzurro sullo sfondo è la promessa piu’ bella che possiamo fare ad Amatrice”. “L’attività di rimozione delle macerie dal centro storico di Amatrice e’ iniziata con un lavoro congiunto tra Protezione Civile e Ministero dei Beni Culturali per i beni di interesse storico – illustra Francesco Campopiano, del Dipartimento della protezione civile – successivamente è iniziata la rimozione vera e propria delle macerie da parte dei vigili del fuoco, che hanno poi trasferite sui mezzi dell’Esercito per il trasferimento presso il deposito di Posta, dove le macerie vengono separate in base alla provenienza, ed ulteriormente esaminate nel tentativo di recuperare ciò che è possibile recuperare. Una volta terminata questa fase sarà possibile poi accedere a zone intercluse del centro storico ed intervenire su altre aree di interesse storico che al momento non sono accessibili per i mezzi che potrebbero fare questa attività”.