Terremoto, l’incubo di Cingoli. Il Sindaco chiude il viadotto sulla diga: “qui rischiamo un altro Vajont, non ci dormo la notte”

MeteoWeb

Il Sindaco di Cingoli, Filippo Saltamartini, lancia l’allarme per la diga che potrebbe provocare una catastrofe: la sua stabilità è messa a dura prova dai forti terremoti che negli ultimi mesi stanno colpendo l’Appennino centrale. La storia della Diga di Cingoli e del grande viadotto che la attraversa è lunga diversi anni. Nel lontano 2011 la Protezione Civile effettuò una prima ispezione al viadotto, evidenziando un rischio dell’84% in caso di eventi sismici. Dopo la scossa che il 24 agosto ha fatto tremare Lazio e Marche è stato redatto un secondo dossier, stavolta da tecnici comunali, Protezione Civile, Consorzio di Bonifica e Regione, i quali hanno segnalato delle anomalie crescenti. Il pilastro 10, che presentava una precedente lesione, risulta ancor più compromesso. I piloni 11 e 13 presentano nuove crepe. E adesso dopo le nuove scosse il Sindaco Saltamartini ha deciso di chiudere il viadotto: “è l’unica soluzione anche se sto bloccando un’economia. Non abbiamo avuto fondi dopo Amatrice, ma i Comuni esclusi non possono derogare al patto di Stabilità. Quindi non posso accendere nessun mutuo per i lavori del viadotto. Sono bloccato. Questa è una zona di grandi industrie manifatturiere, maglieria, tralicci in acciaio, settore elettrico, con tre ristoranti molto noti di cui uno frequentato pure da Benigni – ha detto Saltamartini che poi sottolinea come la proprietà del ponte sia del Consorzio di Bonifica, mentre il lago creato dalla diga appartiene al Demanio -. Il premier vola a Bruxelles per chiedere allentamenti del patto di Stabilità ma i Comuni restano schiavi del patto, e quelli colpiti dal terremoto e senza sussidi non possono essere lasciati liberi”. Il Sindaco illustra il quadro della situazione: “Le crepe, da circa 10 giorni, risultano infittite“. Ha scritto alla Regione e, affinché non si faccia in un prossimo futuro il gioco dello scarica barile, sottolinea di aver scritto anche al premier. “Come sindaco posso solo emanare un’ordinanza di chiusura del traffico sul viadotto ma, anche se chiuso, il ponte potrebbe crollare comunque, creando un’onda che si abbatterebbe sulla diga con danni apocalittici. Non vorrei evocare il Vajont, ma insomma, io non ci dormo la notte. Dovrei svuotare la diga, ecco che cosa dovrei fare“.

Condividi