Un sostegno alle imprese agroalimentari di qualità, in particolare a quelle delle zone colpite dal terremoto. E’ l’obiettivo dell’iniziativa promossa dall’assessorato all’Agricoltura della Regione Marche. Sul sito istituzionale verrà inserito un elenco di aziende con produzioni certificate e tradizionali per promuovere eventi di solidarietà. E’ stato, infatti, emanato un avviso pubblico che invita le attività interessate a iscriversi. La richiesta potrà essere presentata direttamente dagli imprenditori o attraverso i Centri di assistenza agricola. Non è prevista una scadenza per inoltrare le domande, il sito sarà aggiornato continuamente sulla base delle segnalazioni pervenute.
”Vogliamo dare visibilità -afferma l’assessore regionale all’Agricoltura Anna Casini- alle imprese agricole marchigiane, mettendo in contatto i consumatori interessati all’acquisto di prodotti di qualità certificata e tradizionali. Le imprese agroalimentari delle zone terremotate che ne faranno richiesta, in particolare, avranno uno strumento utile per partecipare a iniziative di solidarietà che stanno nascendo sul territorio e a livello nazionale. Un modo per contrastare azioni di sciacallaggio di chi propone acquisti di prodotti quantomeno non marchigiani e comunque non certificati”.
Le Marche vantano, oggi, sei dop (denominazioni origine protetta), sette Igp (indicazioni geografiche protette) e una sgt (specialità tradizionale garantita), alle quali vanno aggiunte le denominazioni vitivinicole, per un totale di 35 produzioni a indicazione geografica. Inoltre altri 84 prodotti sono certificati con il marchio QM e 151 sono iscritti nell’elenco nazionale. A questi dati si sommano gli oltre 55mila ettari coltivati ad agricoltura biologica (più del 10% della superficie regionale) che coinvolge oltre 2.100 operatori marchigiani. Non da ultimo, sono circa 100 le aziende che aderiscono al Sistema qualità nazionale di produzione integrata, di recente attivazione. La maggior parte di queste produzioni certificate sono state danneggiate dal sisma, con il caso eclatante del Ciauscolo igp, per il quale la Regione ha già chiesto al Ministero deroghe sul disciplinare.